Centri commerciali chiusi nel fine settimana, stretta nella circolazione fra le regioni, provvedimenti ad hoc per gli over 70 e blocco della circolazione alle 18: sono alcune delle proposte emerse questa mattina nel corso della riunione fra governo, regioni ed enti locali alla quale, assieme a governatori e sindaci, hanno partecipato anche i ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia e il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Il tema principe è stato se proseguire nella gestione della crisi “differenziata” per singola regione o se dare una impronta nazionale alle misure da adottare.
Linea nazionale o autonomia delle Regioni?
La maggior parte dei governatori si è espressa per questa seconda ipotesi sebbene tutti, fatta eccezione per il presidente della Regione Campania, abbiano sottolineato l’esigenza di evitare un secondo lockdown generalizzato.
La base dalla quale si parte, come ha ricordato Boccia, è “il documento dell’Istituto Superiore di Sanità e il sistema di monitoraggio” che governo e regioni hanno condiviso con il comitato tecnico scientifico e che contempla una “serie di ipotesi che devono scattare automaticamente. Se l’indice di trasmissione supera un certo livello – oggi ci sono 11 Regioni oltre 1,5 e 2 regioni oltre 2 – allora alcune misure già previste dal piano che abbiamo condiviso e aggiornato insieme devono scattare in automatico”.
Per questo, ha sottolineato il ministro “non si deve prendere una decisione univoca sulla scuola, ma deve dipendere dall’indice di trasmissione in ogni singola regione”.
Il nodo scuola
I governatori, con il presidente della Conferenza delle regioni, hanno spiegato che “più ci sono misure nazionali piu’ è possibile dare un senso di uniformità” all’azione contro la pandemia.
Inoltre, ha aggiunto Bonaccini, misure di carattere nazionale “sarebbero piu facili da spiegare al Paese, anche perché la situazione è diffusa in tutto il territorio. Meglio qualche misura più restrittiva oggi, per evitare di intervenire ogni settimana”, ha poi sottolineato.
Una posizione che, seppur con declinazioni diverse, trova concordi tutti i governatori. Dalle Regioni, infatti, si sottolinea che a differenza di marzo, quando la pandemia colpiva più duramente al Nord che nel resto d’Italia, oggi la curva del contagio è pressoché omogenea in tutto il Paese. Da qui la richiesta di interventi di carattere nazionale. Dalle Regioni sono arrivate al governo proposte di interventi quali, ad esempio, la chiusura dei centri commerciali e il blocco della circolazione alle ore 18. In alcuni casi, si e’ parlato anche della possibilità di interventi ad hoc su alcune fasce sociali, come gli anziani over 70 ai quali si potrebbe “raccomandare” di non uscire di casa.
Una stretta viene chiesta dai governatori anche alle slot machine presenti nelle tabaccherie e che, con la chiusura delle sale bingo, favoriscono gli assembramenti in spazi chiusi.
Il pressing sui medici di base
Da alcuni governatori della Lega come Fedriga e Fontana, è arrivata anche la richiesta pressante perché si “obblighino i medici di base a fare tamponi e a curare i pazienti in casa”, richiesta rilanciata oggi anche dal segretario leghista, Matteo Salvini.
“Il governo nazionale è al vostro fianco per eventuali ulteriori restrizioni condivise a partire dalla mobilità regionale e possiamo decidere di adottare ulteriori misure, ma ogni presidente di regione può intervenire in base alle esigenze e criticità del proprio territorio”, assicura il ministro Boccia confermando che “le regioni che singolarmente chiudono alcune attività o riducono gli orari in base all’attuazione del piano condiviso sull’andamento epidemiologico” avranno dal governo “ogni forma di sostegno”.
Domattina si torna al tavolo
Proposte che torneranno domani sul tavolo del governo, quando ministri e governatori si rivedranno, alle 9, pr tirare le somme. Il ministro Speranza ha infatti sottolineato che “in queste 48 ore costruiamo insieme il Dpcm su due orizzonti: misure nazionali; misure territoriali. Sul primo punto è vigente ultimo Dpcm, possiamo anche alzare asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento”.