2 novembre 2020 – La Sicilia è tra le 5 regioni italiane con indice Rt sotto la soglia di 1,5 ed è, tra le altre regioni, quella che ha attivato più posti letto di terapia intensiva. Così emerge dai dati ufficiali dell’ufficio del Commissario nazionale alla emergenza Covid. In questo caso il riferimento è alla data del 14 ottobre. In Sicilia ci sono 139 nuovi posti, che si aggiungono ai 418 già esistenti. hanno fatto meglio solo Lazio e Piemonte.
In Italia, il 52% dei ricoveri nei reparti di area medica degli ospedali riguarda pazienti Covid, quindi ben oltre la soglia definita “critica” del 40%. A superare questo valore sono 11 regioni, non c’è la Sicilia. Sicilia che è al terzo posto per numero di nuovi posti letto attivati di terapia intensiva.
A rilevarlo sono i dati dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) aggiornati al 10 novembre, da cui emerge anche che i posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid toccano il 37% a livello nazionale, 7 punti oltre la soglia critica del 30%, superata, anche in questo caso, da 11 regioni.
I dati, basati su una rielaborazione di quelli forniti dalla Protezione civile, sono una cartina di tornasole di come la progressiva saturazione dei posti letto, sia nella cosiddetta “area non critica” che nelle terapie intensive, porti a utilizzare per pazienti Covid quelli che dovrebbero essere dedicati a persone con altre patologie.
In particolare, le 11 regioni che superano la soglia del 40% dei ricoveri di pazienti con infezione da coronavirus nei reparti di medicina generale, malattie infettive e pneumologia, sono: Campania (47% cresciuta di ben 6 punti percentuali rispetto ai dati dell’8 novembre), Emilia Romagna (55%), Lazio (45%), Liguria (70%), Lombardia (75%), Marche (55%), Piemonte (95%), Bolzano (99%), Trentino (56%), Umbria (55%) e Valle d’Aosta (86% in calo di 5 punti percentuali rispetto all’8 novembre).
Per le terapie intensive la soglia limite del 30% dei posti occupati da pazienti Covid è stata superata, ieri, da 11 regioni: Campania (33%), Emilia Romagna (38%), Liguria (44%), Lombardia (54%), Marche (46%), Piemonte (56%), Bolzano (54%), Trentino (42%), Toscana (47%), Umbria (57%) e Valle d’Aosta (50%). Mentre Sardegna e Puglia si attestano al 30%.