Moria di pesci e granchi: la Procura di Siracusa ha istituito una Task Force

La magistratura siracusana intente fare piena luce sulle cause dell moria di pesci trovati senza vita a migliaia nel mare prospiciente il Seno del Priolo, dei granchi nei fondali della Baia di Santa Panagia e nella spiaggia di Marina di Melilli, all’altezza del Canale Alpina. Per accelerare le indagini, ha istituito una Task Force formata dall’Arpa, dall’Asp sezione veterinaria, del Nictas in forza presso gli uffici della Procura, dalle capitanerie di Porto di Siracusa e Augusta. Un lavoro alquanto qualificato portato avanti da un pool composto da figure preparate che lavorano in sinergia e con forte impegno.

Nell’attesa delle risultanze delle analisi eseguite sui pesci e sui granchi trovati senza vita, il gruppo di lavoro continua senza sosta ad indagare su più fronti e sulla base della prima denunce avvenute la mattina della scoperta dell’inquinamento da idrocarburi e sulle possibile cause che hanno causato la moria dei pesci e dei granchi.

Per molti degli addetti ai lavori, le cause della morte dei pesci e dei granchi sono da ricercare all’intero della stessa Baia di Santa Panagia. Conferma che assume specifica prova di come i responsabili abbiano tenuto nascosto il fatto, che potrebbe essere avvenuto per un banale errore, come è successo per “Mare Rosso”. Quel tipo di pesce trovato morto permane a pochi metri di profondità, mentre i granchi stazionano sul fondo marino. Per logica deduzione, sia i pesci, sia i granchi sarebbero essere morti per lo stesso identico motivo.

Le denunce pervenute alla Procura di Siracusa, la prima attraverso la Capitaneria di Porto di Siracusa e di Augusta, dal sindaco di Priolo Pippo Gianni, dal “Comitato StopVeleni di Augusta e da semplici cittadini; un’interrogazione urgente è stata presentata dal parlamentare siracusano Paolo Ficara al ministero dell’Ambiente e dal deputato regionale Giorgio Pasqua, entrambi del M5Stelle.

Evento che si scopre la mattina del giorno 13 scorso, quando alla sala operativa della Guardia costiera di Siracusa arriva una segnalazione relativa a presunti scarichi di idrocarburi nel Canale Alpina, nei pressi del pontile Asi, all’interno della Baia di Santa Panagia, nelle vicinanze degli impianti della raffineria Isab-sud.

Sono state subito attivate le procedure antinquinamento e l’impiego dei dispositivi previsti al fine di contenere eventuali effetti pregiudizievoli all’ambiente marino e costiero.

È la stessa Guardia costiera di Siracusa a spiegare in una nota stampa di aver disposto l’immediato intervento del personale militare di turno intervenuto che, congiuntamente al personale del Gruppo barcaioli e della locale Società concessionaria del servizio antinquinamento, verificava la mancanza di tracce visibili di idrocarburi nel tratto di mare aperto antistante il pontile ex consorzio Asi e il posizionamento delle previste panne antinquinamento alla foce/tratto finale del canale Alpina.

Al solo scopo cautelativo, si disponeva comunque il rafforzamento della barriera antinquinamento con l’installazione di ulteriori file di panne meccaniche di contenimento.

A seguito della successiva rilevata lieve iridescenza (fenomeno ottico, caratteristico di alcuni minerali, consistente in riflessi superficiali, e talvolta mobili, dei colori dell’iride, dovuto a fenomeni di rifrazione e interferenza) del tratto finale del canale Alpina immediatamente prossimo alla confluenza in mare degli scarichi, veniva richiesto l’intervento in zona del personale tecnico qualificato dell’Arpa che nel corso del pomeriggio provvedeva ad effettuare gli opportuni campionamenti.

Questa ultima parte, contenuta nella nota diffusa dalla Guardia costiera, presuppone che una contaminazione, anche lieve, in effetti, ci sia stata.

Concetto Alota

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