Covid – Rete Sociale Attiva: “Vorrebbero “schedare” i cittadini vaccinati con il rilascio di un ipotetico patentino”

Da sempre l’uomo ha lottato per affermare il diritto alla libertà ed all’eguaglianza.
Questi due concetti comprendono chiaramente anche il diritto alla salute ed al benessere psicofisico degli uomini.
Purtroppo in Italia in questi ultimi anni circola, sempre con più insistenza, l’idea della prevaricazione dello Stato, per presunti interessi e diritti nazionali, sulle libertà individuali che debbono essere intese come secondarie rispetto al primario interesse della Nazione.
Con l’avvento della pandemia questa azione forzata ed invasiva di limitazione delle libertà individuali ha avuto anche il via libera “morale” di gran parte della società civile.
Oggi assistiamo, nei confronti dei cittadini, a “minacce”, non più velate ma esplicite, da parte dell’attuale Governo, forte del presunto e preminente interesse Nazionale, che impone le sue scelte, spesso puramente ideologiche, per il nostro bene e per la nostra salute.
Forti di questo assioma, il Governo vorrebbe imporre l’obbligo della vaccinazione anticovid a tutti e cosa ancora più grave, vorrebbe “schedare” i cittadini vaccinati con il rilascio di un ipotetico patentino che servirà come lasciapassare per l’accesso ala fruizione dei servizi sociali e per la libera circolazione all’interno dei confini nazionali.
Di contro chi vorrà avvalersi del sacrosanto diritto di non vaccinarsi, perchè sta bene e non ha alcun sintomo, diventerà un “paria” tra la società con diritti sociali limitati non possedendo il famigerato “patentino” e avrà probabilmente anche l’interdizione all’accesso a diversi servizi dello Stato Padrone mandando di fatto a “buttane”, con una insulsa ed arrogante legge, secoli di lotte per l’affermazione dei diritti inalienabili dell’uomo.
Vogliamo ricordare a tutti, quanto dichiara l’OMS sulla “salute” che è  “uno stato complessivo del benessere fisico, mentale e sociale, e non la mera assenza di malattie o infermità”, certificando in questo modo la sua importanza come diritto fondamentale dell’individuo e non dello Stato dove esso vive.
E’ l’individuo al centro della Stato e non chi ci Governa. Non spetta a chi ci governa imporre scelte ideologiche e non condivise dal popolo.
Questo concetto supremo del cittadino al centro dello Stato e non viceversa, che è la base di ogni democrazia che si definisce tale, non deve garantire il diritto all’essere sani per decreto, ma il diritto a condizioni di salute più alte possibili.
Chiaramente tale diritto non è una condizione che lo Stato può garantire tout court, ma deve essere invece inteso come un godimento di una varietà di strutture, beni e servizi, necessari per la realizzazione del più alto livello di salute raggiungibile.
Il diritto alla tutela della salute dei cittadini non si raggiunge imponendo azioni, ideologiche come l’imposizione del vaccino obbligatorio per tutti e repressive con l’emissione di “patenti” che permettono soltanto a chi li possiede l’accesso ai servizi dello Stato.
La tutela alla salute lo Stato, che si dichiara democratico, deve garantirla attraverso la tutela e l’applicazione dei diritti socio-economici alla base di ogni democrazia.
E tra questi diritti vogliamo evidenziare: il diritto all’accesso all’acqua potabile per tutti come bene primario inviolabile e non cedibile in alcun modo alle multinazionali che attraverso l’acqua rendono schiave intere popolazioni, e il diritto a delle condizioni di lavoro sane e ottimali nel rispetto dell‘essere umano in quanto tale.
L’insieme di questi diritti, e non l’imposizione per decreto di vaccini e relativi patentini, danno vita alla tutela alla salute dei cittadini.

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