Il tribunale del riesame di Catania ha nuovamente annullato l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa il 12 febbraio dello scorso anno dal gip del tribunale di Siracusa nei confronti dell’ing. Gaetano Nunzio Miceli. Il professionista è stato coinvolto a febbraio dello scorso anno nell’ambito dell’operazione “Port utility” per concorso in corruzione per atti contrari ed era stato posto agli arresti domiciliari per un appalto espletato dall’autorità portuale dei Augusta.
Il tribunale del riesame ha, quindi, ribadito il precedente provvedimento che era stato annullato con rinvio dalla seconda sezione della Corte di Cassazione che aveva a sua volta annullato con rinvio la decisione dello stesso tribunale etneo. I giudici hanno accolto la richiesta avanzata degli avv. Bruno e Antonino Leone.
Le indagini della guardia di finanza sono iniziate nei primi mesi del 2015 e si sono svolte attraverso perquisizioni e accertamenti bancari nei confronti di oltre 25 fra società e persone fisiche, culminata con l’individuazione dei presunti capitali illeciti. Il giudice Tripi ha anche disposto il sequestro preventivo della sede della società di ingegneria Tecnass srl di contrada Targia per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
In sede di interrogatorio di garanzia, Miceli ha rigettato ogni addebito spiegando che non era possibile scegliere di sua volontà uno dei commissari per l’aggiudicazione dell’appalto bandito dall’autorità portuale di Augusta per i servizi di ingegneria per la redazione della valutazione ambientale strategica (VAS) a corredo del piano regolatore. L’indagato ha sempre rigettato anche le accuse di avere mai corrotto il commissario, coinvolto nell’inchiesta, per ottenere quell’appalto, ma di avere avuto successivamente con lui dei normali rapporti professionali.