La storia si ferma e torna indietro senza preavviso; così come le interpretazioni storiche sono sempre controvertibili, perché affermano qualcosa che conosciamo nella memoria, ma che non ci appare. La volontà individuale si perde in una ridda di contraddizioni che sono proprie dell’epoca moderna. Gli uomini accettano i pregiudizi di cui sono pieni i giornali e che con l’andar del tempo diventano, “verità”.
E l’ultimo libro del collega Francesco Nania, “Priolo Gargallo si racconta”, che già nella bozza ci proietta nel passato, con fatti di storie inedite e che solo ora si raccontano per farci riflettere sugli errori del passato, specie sulle tematiche e i mille connubi consumati nel petrolchimico siracusano. Tra le altre cose si scoprono fatti che la prima notizia sulla volontà di realizzare un Rigassificatore nella rada di Augusta, da parte di Erg e Schell, attraverso la società JonioGas, fa “drizzare” le orecchie a tutti gli “interessati”, direttamente o indirettamente. Ma come per incanto si scopre che il ritiro repentino del famoso progetto di quel famigerato rigassificatore fu causato dall’intervento deciso della magistratura siracusana; infatti, fu il sostituto procuratore Maurizio Musco che si occupa in quel periodo delle tante inchieste dell’inquinamento nel polo petrolchimico siracusano, ad intervenire a gamba tesa sulle pieghe delle varie relazioni tecniche sulla fattibilità o meno del rigassificatore. Scopre il punto debole dei tanti pericoli legati al famoso effetto domino malamente spiegato e negato nelle varie relazioni da parte di chi doveva illustrare pregi e difetti; ma, agli effetti pratici e teorici, nessuna garanzia veniva spiegata. Ed ecco che il pm dell’inchiesta Mare Rosso scopre il possibile pasticcio e convoca più volte i relatori di quel progetto che fanno orecchie da mercante. Ma subito dopo l’invito a comparire con la minaccia di essere accompagnati in Procura dai carabinieri, le due società, capita l’antifona, con un annuncio inaspettato si ritirano dal portare avanti quel progetto sulla realizzazione del rigassificatore nel porto di Augusta.
Quello del Rigassificatore fu dichiarato un progetto fuori dalla logica politica e sociale della Sicilia; qualcuno che “contava” spiegava così le difficoltà. Aggiungendo, che “… forse tanti, troppi, alla fine rimarranno a bocca asciutta”. Il riferimento era di certo alla “vocazione politica” siciliana. Ma anche la magistratura inquirente mette le mani sulla vicenda Rigassificatore. Secondo la Procura della Repubblica di Siracusa i conti sulla sicurezza non quadrano. Anche Ivan Lo Bello presidente di Assindustria interviene sul procuratore dell’epoca Ugo Rossi, il quale spiega a Lo Bello che il Pm Maurizio Musco, titolare dell’inchiesta, ha scoperto che qualcosa nei calcoli della sicurezza non quadra. Le criticità interessano l’effetto domino con l’aggravante di possibili falsità. “Il progetto così come si trova non potrà mai passare”.
E la storia che si ripete sulla scia dello scandalo per la realizzazione della raffineria Isab a Marina di Melilli, quando per i permessi necessari alla sua realizzazione, in meno di cento giorni furono rilasciati tutte le autorizzazioni nel 1971: Consorzio Sviluppo Industriale, 01 marzo; Sindaco di Melilli, 22 marzo; Vigili del Fuoco, 24 marzo; Commissioni per le sostanze esplosive, 08 aprile; Ministero per la Marina mercantile e delle Finanze, 07 maggio; Stato Maggiore Difesa, 08 maggio; Assessorato allo Sviluppo Economico Regine Sicilia, 12 maggio; Ferrovie dello Stato, 15 maggio.
Il pensiero ci rilancia nel tempo e nello spazio in cui si muove ora l’affaire deposito del Gnl nel porto di Augusta; la “ghiotta” occasione, che si ripresenta ancor più “interessante”, per il progetto del deposito del Gnl sempre nella rada di Augusta; politici e burocrati vedono apparire uno scenario pieno di “occasioni”, solo la povera gente guarda la speranza per tanti buoni e sinceri nuovi posti di lavoro, senza pensare ai possibili effetti deleteri; così come i sindacati dei lavoratori, discutendo subito seriamente dell’evento-occasione, sia dal punto di vista politico e sociale, ma soprattutto da parte degli industriale, volgendo lo sguardo e l’interesse al nuovo investimento nella zona industriale siracusana e nella sua potenziale estensione, anticipando il dibattito per la capacità di sviluppo che potrebbe portare un deposito di Gnl nella Rada di Augusta.
Il nostro speciale “brodo polemico” sulla volontà di realizzare un deposito di Gnl a Punta Cugno nella rada di Augusta, i Sì e i No, aumentano in maniera esponenziale; man mano che aumentano quelli del fronte del “No”, come funghi si attestano posizioni di ambientalisti d’ogni estrazione politica e colore di partito, oltre che alla sempre presente “stampa amica”. Posizioni su posizioni, guerra su guerra, tutti diventano di colpo esperti in materia di gas. La politica si divide in diversi tronconi, ma resta in silenzio. Gli ambientalisti con studi tecnici e tante ipotesi, insieme a una possibile catastrofe, annunciano una lunga battaglia.
Ora si ritorna con insistenza a voler realizzare un deposito di Gnl nel porto di Augusta. Entrambi impianti industriali, rigassificatore e deposito Gnl, portano con sé numerosi vantaggi dal punto di vista meramente economico per la presenza di una tecnologia che permette di immettere nel mercato il gas naturale estratto con molta più facilità, ma di contro ambedue sono a forte rischio effetto domino. Già nella rada di Augusta insistono tanti timori per i rischi dominanti da parte dei cittadini e delle associazioni ambientaliste sull’ubicazione a Punta Cugno del nuovo deposito Gnl. In sintesi, si tratta agli effetti pratici, di un rigassificatore di Gnl, sull’idea della stessa attività che alcuni anni fa si voleva realizzare nel porto di Augusta. Contro quella realizzazione ci fu un’opposizione forte dei cittadini di Priolo che con un referendum tenutosi il 16 luglio 2007, col 98,71% di no, si espressero contro la costruzione. La stessa cosa succede il 26 aprile del 2009 quando i cittadini di Melilli con il referendum con lo stesso oggetto bocciarono il rigassificatore con il 96,2% di no, mentre ad Augusta si tennero manifestazioni contro la costruzione dell’impianto ritenuto pericoloso. Ora si ripropone un deposito di Gnl nelle vicinanze del pontile consortile nella rada di Augusta, senza tenere conto della volontà dei residenti, oltre al fatto che l’impianto insiste in un luogo all’interno del Sin denominato Priolo. Un porto quello di Augusta con un rilevantissimo traffico di navi che trasportano idrocarburi e combustibili liquidi, con ben tre raffinerie, la sede della Marina militare e il pontile della Nato, tutti obiettivi sensibili esposti a possibili attentati terroristici e con un eventuale effetto domino in caso di incidente industriale. Si tratta di gas e non di acqua fresca, e la prova della pericolosità si trova nei tanti disastri causati dalla semplice fuga.
La realizzazione del deposito di GNL, rimane un tema caldo che da anni interessa il territorio siracusano e dobbiamo riconoscere che se nessuno vuole che siano costruiti i rigassificatori o piazzati depositi di gas sotto casa, un motivo dovrà pur esserci. Limiti e pericoli esistono, certamente, ed è giusto non sottovalutarli.E ci sono anche i pericoli legati ad un impianto di questo tipo, perché comunque nel caso di rigassificatore o di deposito, si tratta di gas altamente infiammabile e questo pone gli impianti ad un alto livello di pericolosità. Il rischio di esplosioni è sicuramente da non trascurare, esplosioni che potrebbero arrivare a distruggere anche l’intera costa interessata dall’impianto; se poi, per rimanere a casa nostra, nel territorio del petrolchimico aggiungiamo i milioni di tonnellate di idrocarburi, benzina, gasolio petrolio e mille altri prodotti a rischio incendio o esplosione stoccati nei mille depositi in lungo e in largo, come le tante discariche velenose, la pirite, l’amianto, i veleni nei fondali marini, i gas che appestano l’aria e tanto altro ancora, ecco che appare “l’inferno sulla terra”.
Il 19 novembre del 1984, a Città del Messico, una perdita di gas nei pressi del deposito della Pemex per la di distribuzione e stoccaggio di Gpl. Le conseguenze sono catastrofiche: il gas, fortemente combustibile, viene a contatto ben presto con una fiamma, che genera una nube di fuoco enorme, accompagnata da otto esplosioni successive. Il bilancio dell’incidente è gravissimo: muoiono oltre 500 persone, mentre circa 7000 feriti riportano gravi ustioni.
Negli ultimi decenni si sono verificati diversi casi d’incidenti dalla scenografia meno catastrofica, tuttavia preoccupanti per i danni apportati a cose e o persone. Le cause di questi avvenimenti sono tantissime e si perdono, per numero e quantità, tuttavia ogni motivazione segue un filo comune, facilmente immaginabile, rappresentato dalla forte infiammabilità dei Gas in generale, e da tutti i rischi di avvelenamento e soffocamento combinato.
Incidenti avvenuti nell’arco di soli 5 anni, a cavallo tra il 2001 e il 2006, nel numero di 47, legati al Gpl, sono decedute 6 persone e vi sono stati all’incirca 35 feriti. Nell’arco di 45 anni, tra il 1939 e il 1985, sono decedute oltre 620 persone per scoppi riconducibili a depositi di Gas, o alle strutture dei i trasporti collegati.
Le cause d’incidenti potenzialmente rilevanti relativi nelle vicinanze dei depositi di gas, legate dal comune denominatore rappresentato dall’alta infiammabilità, sono ravvisabili nella maggior parte dei casi nella rottura del materiale adibito al trasporto e al deposito di Gpl, nave, treno, autobotte su gomma. Un caso grave è il deragliamento della cisterna ferroviaria Gpl a Meddrim, in Georgia, che comportò la morte di 26 persone.
L’altra motivazione più frequente è rappresentata dalla fuga di materiale in fase di lavorazione, come il riempimento di bombole, o la perdita di Gpl durante il travaso in Massachussetts del 1972, con un’esplosione che ha spazzato via tutti i materiali a oltre 700 metri.
Ora è d’attualità la proposta progettuale di un deposito di Gnl nel porto di Augusta. E se è vero che la maggior parte degli incidenti di cui si può avere una fornita documentazione riguarda periodi storici in cui la sicurezza era ancor più sottoposta al profitto rispetto ad oggi, è altrettanto vero che, il progetto del deposito nel porto megarese viene spesso messo sotto accusa per la possibile poca sicurezza: “troppo vicino ai centri abitati”, dicono le associazioni ambientalisti. Ma questo è di certo legato alle vie delle azioni legali. I Comitati di base contro l’inquinamento selvaggio continuano a sostenere la battaglia con le sorelle associazioni ambientaliste, tutti insieme contestano con ogni mezzo i possibili connubi e omissioni.
Ancora un grave incidente che si è verificato in Turchia su una nave della Synergas, la LPG tanker Syn, ha suscitato allarme per riaprire la vecchia polemica del rigassificatore e del deposito di Gnl nel porto di Augusta. La nave andata a fuoco trasportava Gpl, gas di petrolio liquefatto, ma forzatamente ha riacceso ancora una volta l’attenzione che aveva incontrato una forte opposizione da parte di organizzazioni e di organismi ad Augusta.
L’incendio della gasiera è stato seguito da una forte esplosione mentre si trovava nel porto ad Aliaga. Uno dei marittimi imbarcati è deceduto mentre il resto dell’equipaggio è in buone condizioni. Il fatto si è verificato ieri sera a bordo della nave-gasiera LPG tanker Syn Zania, unità della flotta della compagnia italiana Synergas, mentre si trovava in porto nei pressi del terminal Petkim/Socar impegnata nelle operazioni di carico di LPG; alle ore 23 è divampato il fuoco, domato dopo ore di lavoro da parte dei vigili del fuoco, anche con l’aiuto delle unità antincendio del porto. L’equipaggio della nave è formato da 16 persone, 15 di nazionalità italiana e un rumeno. La nave batte bandiera italiana con capacità complessiva di circa 4.007 metri cubi di carico.
Un comunicato Stampa diffuso dall’Associazione “Decontaminazione Sicilia” affronta le tematiche della realizzazione di un depositi di GNL nella rada di Augusta. “Sulla proposta d’indizione di un referendum consultivo sulla realizzazione di un deposito di GNL all’interno della rada di Augusta Augusta 07/12/2019 – scrive l’associazione “Decontaminazione Sicilia” – L’Autorità di Sistema Portuale del Mare (ADSP) della Sicilia orientale, nel dicembre 2018, ha avviato una procedura di manifestazione di interesse secondo la normativa vigente, finalizzata alla realizzazione di un deposito di GNL (Gas Naturale Liquefatto) all’interno della rada megarese presso il pontile di Punta Cugno, alla quale hanno aderito sei aziende. Detto progetto prevede la realizzazione di un deposito di 15.000 m3 di GNL per il rifornimento delle navi all’interno della rada. Il progetto, è stato illustrato per la prima volta lo scorso 14 febbraio, presso la sede di Confindustria Siracusa. Molti cittadini ed alcune Associazioni paventano forti timori sull’ubicazione dell’impianto. Infatti il deposito sorgerebbe in un’area fortemente sismica e soggetta a maremoti, ubicata a pochissima distanza dalle torce e dagli sfiaccolamenti delle vicine raffinerie del polo petrolchimico di Priolo (potenziale rischio “effetto domino”) ed a poca distanza dal centro abitato di Augusta”.
Per tali motivi l’associazione “Decontaminazione Sicilia”, il Comitato Stop Veleni, Natura Sicula ed il Comitato Bagali-Sabbuci-Baratti, hanno depositato già lo scorso maggio un esposto alla Procura della Repubblica di Siracusa sui potenziali pericoli relativi alla costruzione del deposito di GNL. I rappresentanti delle quattro Associazioni, pur riconoscendo nel GNL ridotte capacità inquinanti, hanno evidenziato che, “allocarlo in un’area ad elevata sismicità ed a densa concentrazione di impianti industriali, è inconciliabile con le aspettative degli abitanti di un area SIN. Abbiamo chiesto, attraverso la stampa, che l’Amministrazione comunale megarese ed il Consiglio comunale prendessero una chiara decisione sull’argomento a tutela degli interessi della cittadinanza. Abbiamo auspicato – continua la nota diffusa – che la II Commissione Consiliare Permanente “Servizi Demografici e Sviluppo Economico”, nell’approfondire la questione sull’eventuale insediamento di tale impianto, si pronunciasse. Ma non si è avuta nessuna risposta”. Come finirà?
Concetto Alota