Siracusa 02.02.21 – “Il corpo è mio e decido io!” Un vecchio slogan, che riassume il pieno significato delle lotte messe in campo dalle femministe del passato per raggiungere la piena autodeterminazione delle donne. Una battaglia che in Italia sembrava vinta con l’approvazione nel 1978 della legge 194 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” ma che dopo oltre quarant’anni, non solo registra pericolosi passi indietro a causa di sempre più crescenti criticità nell’applicazione della norma stessa ma che addirittura registra allarmanti passi indietro con la messa in discussione in tempi recenti, anche a livello politico, della sua legittimità attraverso discutibili campagne di disinformazione ad opera di associazioni antiabortiste. Tra le tante registriamo quelle avviate dall’associazione ProVita, che negli ultimi mesi ha tappezzato diverse città italiane con cartelloni denigratori e irrispettosi nei confronti delle donne e della loro dignità. Un’onda di pseudo moralizzazione che tocca oggi anche la città di Siracusa dove questa mattina ha fatto la sua comparsa uno di questi manifesti. Noi associazioni firmatarie ci opponiamo con forza alle narrazioni discriminatorie portate avanti da movimenti retrogradi e patriarcali che pensano di poter dire ciò che vogliono sui corpi delle donne e sul loro diritto di autodeterminazione, sancito peraltro da una legge dello Stato. Chiediamo pertanto all’Amministrazione comunale che si attivi al più presto affinché detti manifesti vengano immediatamente rimossi. È singolare come questi messaggi facciano la propria comparsa proprio a ridosso di un periodo segnato da una crescita esponenziale di femminicidi. Sia ben chiaro, qui le donne sono le vittime! Far apparire un cartello, a prescindere da chi lo firma che sia Provita o altri, ci sembra come una sorta di strategia per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla scia di sangue delle donne uccise per mano maschile, per colpevolizzarle come assassine di bambini. Questa cosa non può passare sotto silenzio, perché è una palese strategia per fare apparire le donne e tutti coloro che le sostengono sotto una cattiva luce.
Aderiscono: Accoglierete, Arcigay Siracusa, ANGOLO Siracusa, Arci Siracusa, Arciragazzi Siracusa 2.0, Astrea in memoria di Stefano Biondo, AVO Siracusa, Centro Antiviolenza Ipazia, CIAO (Centro Interculturale di Aiuto e Orientamento), COBAS Scuola Siracusa, CGIL Siracusa, Femminismi e Libertà, La Brigata Rosa, Lo Scrigno di Aretusa, Mareluce Onlus, REA – Rete Empowerment Attiva, Rete Degli Studenti, Stonewall, Unione Degli Studenti, Zuimama Arciragazzi.