I presidenti di Confcommercio, Confesercenti, Confagricoltura, Ance, Cia, Coldiretti, Cna, Anci, Confindustria; i sindaci dei Comuni capofila dei Distretti socio-sanitari della provincia (Siracusa, Augusta, Lentini, Noto); i segretari di Pd, Art.1, Rifondazione comunista, il commissario provinciale di Forza Italia, il coordinatore di Lealtà & Condivisione, il coordinatore provinciale di Lega Sud, tutta la deputazione regionale e nazionale siracusana: a loro Cgil, Cisl e Uil hanno inviato gli inviti per un confronto webinar, che si svolgerà domani mattina – sabato 12 marzo – a partire dalle 10, su un argomento d vitale importanza per il futuro della provincia siracusana. Nella richiesta di partecipazione, i sindacati rimarcano come “il rilancio del tessuto sociale ed economico del nostro territorio passi attraverso l’utilizzo delle risorse contenute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questo è il tempo del progettare e del costruire il nostro futuro senza tentennamenti né dispersioni di sorta individuando subito gli ostacoli potenziali e il modo per superarli.
Il rispetto dell’asse dei tempi (2023 – 2026) rischia di diventare un drammatico limite competitivo: abbiamo una partita che si gioca in pochi mesi, quella del Recovery Plan, e non possiamo perderla perché su questa partita si gioca il futuro.
Le nostre rappresentanze sociali, istituzionali e politiche, dotando il territorio di qualificati progetti strategici, cantierabili e misurabili sotto il profilo occupazionale e dell’innovazione, in grado di offrire reali condizioni di ripartenza e di sviluppo del nostro territorio. Perché sono i territori i veri motori della ripresa e vanno coinvolti nella stesura del Piano di rilancio e di sviluppo. Il lavoro e la produzione sono il vero buco nero della crisi e insieme la chiave di ogni possibile ricostruzione. Per queste ragioni, dal nostro punto di vista, occorre puntare su quattro assi portanti: rafforzamento del nostro Servizio Sanitario Pubblico; ridare la connotazione hub al Porto di Augusta e tutto quello che comporta tale riconoscimento; infrastrutturazione materiale e immateriale della mobilità, compresa la viabilità minore; rinnovare l’attuale modello industriale traghettandolo verso tecnologie ecocompatibili senza escludere bonifica e risanamento ambientale.