La campagna elettorale per le amministrative di giugno è iniziata molto in anticipo. Quello che si è registrato nel mondo politico siracusano è stata la corsa verso gli accordi a tutti costi: dividere per imperare. Quello che non convince è lo strano modo di unire per poi dividere. Una sorta di ricordi che si attingono dal nostro passato. Più volte i politici siracusani sono stati protagonisti di avanguardie della nostra creatività che ha spesso rimediato alla nostra disorganizzazione. I luoghi comuni, nell’immaginario dell’ambiente siracusano, dopo i noti fatti giudiziari, raffigurano le nostre virtù, in cui tutto è ancorato ormai a un’immagine di gente imprevedibile, capace di grandi slanci ma anche molto inaffidabile. Chiamatelo come vi pare, veleni al Vermexio, Veleni alla Procura, Sistema Siracusa o altro ancora, la sostanza alla fine non cambia; in sintesi, la nostra stima per uomini che si presentano buoni, bravi e onesti, finisce, di solito, per imbastire inciuci che si caratterizzano sempre con il vile e vecchio ricatto: tu dai una cosa a me, io do una cosa a te. Unione o alleanza, non saranno la stessa cosa di concorrere per proprio conto; è come quando il libero e orgoglioso professionista, chiude bottega per andare a lavorare sotto un padrone. E poi, statistiche alla mano, il numero dei voti quando non si è impegnato in prima persona, l’obbligo degli elettori certi e sicuri diminuisce almeno del 30%, quindi, alla fine, per i “ritirati” ci potrebbe essere oltre al danno, la beffa. Sarebbe davvero il caso di ripensarci: meglio una battaglia combattuta e sofferta, che un compromesso, senza la dignità, solo per aver rinunciato a provarci, in cambio di una promessa senza garanzia. In politica è risaputo che la parola “data” non è mai rispettata. Un altro vecchio detto vuole che in politica l’onore porti male.
L’uso diffuso di questa pratica genera complessità di rapporti tra gli addetti ai lavori, ma alla fine trovano sempre l’accordo. Già, l’accordo. Il ricorso a questi mezzi presuppone una serie di ricatti reciproci e di tanti connubi. Un uso di pratiche fuori dalle regole di chi si trova in una posizione dominante può stabilire regole diverse da quelle condivise, e se si accetta di stare a queste nuove regole si riceve anche un premio, diversamente si è esclusi dalla spartizione del potere.
Negli ambienti della politica siracusana in questi ultimi quindici giorni, si sono incontrati “cani, gatti e porci”, che magari prima si odiavano. Promesse di lavoro per parenti e amici in cambio di voti nel comparto della raccolta dei rifiuti e della gestione dell’acqua, ma le società interessate non sanno niente, ovviamente, quindi, false promesse in cambio di voti buoni e validi, non ci sono ancora notizie di compravendita di voti con i soldi, ma di posti di sottogoverno locale, assessorati da spartire, nomine e consulenze ben pagate per prestanome, addirittura sottogoverno alla Regione Siciliana, sì. Roba forte, per una rinuncia altrettanto forte della propria dignità politica e morale; ma in politica funziona così, e difatti sono sempre poche le voci “fuori dal coro”.
Ultimamente la classe politica siracusana è entrata in un vortice crescente di ricatti. E a dispetto di quanto si potrebbe pensare, quella che si sta tracciando è la situazione politica più favorevole al Movimento 5Stelle; i compromessi di natura politica, l’attenzione dei registi e degli attori può essere rivolta agli unici veri obiettivi di vincere ad ogni costo, ed è giusto così, ma a qualsiasi prezzo non si può accettare davvero tutto. Rispetto per il popolo. Si vede in giro troppo fumo negli occhi degli onesti cittadini.
Concetto Alota