(WLTV) . 23 agosto 2021 – Una ‘P’ sul palmo della mano, la firma della salvezza. Se la sono disegnata le attiviste afghane di Pangea, assieme ai loro familiari, in tutto 270 persone, per farsi riconoscere dai carabinieri del Tuscania che le hanno accompagnate al gate dell’aeroporto di Kabul da dove sono partite per Roma, lasciandosi indietro la paura dei talebani. Da giorni le avevano nel mirino per l’impegno da molti anni nella ‘costruzione’ e nella difesa dei diritti delle donne.
Prima di partire, le hanno picchiate dopo avergli fatto sentire il fiato del conquistatore sul collo, per giorni barricate in casa, il timore di sentire bussare nelle lunghe notti. I lividi ben impressi sui corpi non le hanno fermate. Nella loro testa di donne giovani, dai 25 ai 45 anni, l’Italia è una pausa prima di ricominciare a immaginare un altro Afghanistan.