<<Non ci sono parole per commentare le due lettere che portano la firma rispettivamente dei medici dell’ospedale Di Maria di Avola e del Covid team di Siracusa con cui si denunciano la ancora esistente promiscuità tra pazienti normali e quelli da Coronavirus. Purtroppo i documenti dei medici non fanno altro che confermare quanto la Cgil aveva – triste Cassandra – pronosticato agli inizi di marzo, quando si era rivolta alle istituzioni locali, senza avere alcun ascolto, tanto è che a metà marzo si era rivolta alla Procura che ha aperto un’inchiesta. Oggi si paga, in termini di sicurezza della salute, il prezzo dei ritardi con cui sono stati adottati accorgimenti anticontagio; accorgimenti che peraltro avrebbero bisogno di ulteriori migliorie, per quanto riguarda L’Umberto I dove – stando a quanto riportato dal Covid team – ci sarebbero alcune aree promiscue, mentre al Di Maria non è finora stata effettuata alcuna separazione dei locali da dedicare ai contagiati o sospetti contagi. Eppure sarebbe bastata un po’ di umiltà da parte dell’Asp nel riconoscere le proprie difficoltà, non contemplando minimamente di potersi rivolgere a chi ha decennale esperienza in tema di emergenza, come Emergency. Oggi ci si lecca le ferite e si guarda con preoccupazione alla fase due che, con il rientro al lavoro e la riapertura delle attività, è senza dubbio la fase più delicata in cui la soglia di attenzione deve essere ancora più alta. E in una fase come quella che viviamo oggi, si fa particolarmente fatica sentire l’On. Prestigiacomo che inveisce contro le condizioni dell’ospedale Umberto I: ma lei, nei 20 anni ( anno più anno meno) in cui è stata al Parlamento, cosa ha fatto per la sua città? E mentre due vertici ospedalieri vengono affiancati da due professionisti inviati dalla Regione (piuttosto chiari i motivi di tale manovra) pare proprio sgretolarsi la gestione dell’Asp riguardo il Covid 19. E dire che tutto questo si poteva evitar >>.