Pur di far del male a te, me lo faccio pure io. È la sintesi del teorema della stupidità umana, tracciata nel libro di Carlo M. Cipolla, “Allegro ma non troppo”, che scrive, tra le altre cose, come la regola vale per chi causa un danno a un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.
A pochi giorni dalla scadenza della presentazione delle liste per le amministrative di giugno, nessun dialogo è possibile tra i clan del centrosinistra siracusano. A meno del classico miracolo dell’ultima ora, svanisce nel nulla l’ennesimo tentativo di compattare le liste in campo; né Italia, né Moschella, o chi per loro, ha voluto fare un passo indietro. Il progetto scudo contro il M5Stelle e anti-Reale non ha funzionato. I segnali di fumo non hanno sortito nessun effetto. La mancanza di una risposta chiara e precisa ha sancito la fine delle trattative. Nelle ultime ore nei due schieramenti sembrava emergere una volontà di riconciliazione, ma si trattava di una semplice esplorazione. Gli ostacoli che si frappongono a una ricucitura dei rapporti tra il gruppo Foti-Cafei e Garozzo-Italia, appaiono ormai insormontabili. Una partita elettorale per il centrosinistra tutta in salita, divisi, velenosi e arrabbiati, non si vuole darla vinta all’altra parte che diventa così, avversaria.
Nel Pd, archiviata la lotta interna, ora si vuole affrontare la strana situazione che si è venuta a creare, dentro e fuori il partito; quello che occorre è un accordo fuori dalle lotte in casa per salvare la competizione elettorale dai veleni e dal settarismo che ormai prevale come un cancro in un corpo malato. La distanza è ormai lontana, e la lotta si è radicata tra le due fazioni in duello.
E mentre nel centrosinistra la lotta si fa sempre più dura, nel centrodestra Ezechia Paolo Reale mantiene il vantaggio, almeno teorico. È stato Gino Foti il primo a parlare di possibile riconciliazione mentre dall’altra parte si sono piantati una serie di paletti, senza mai auspicare un accordo politico e di programma. Vuol dire che tutto è risolto e che tra Foti e Garozzo la controversia non è finita e che sta per riscoppiare la guerra durante una campagna elettorale che sarà dura? Anche in questo caso la risposta diplomatica di Foti è niente affatto. Come dire, che, di là delle questioni personali che sono acqua passata, il vero dramma sarà la scomparsa del centrosinistra nel suo insieme; un’ecatombe, come già successo per le regionali e le nazionali. Per il momento, la possibilità che le varie anime del centrosinistra tornino insieme appare piuttosto remota. Una convivenza a tre è, in pratica, impossibile. C’è da registrare ancora che la cronaca dei fatti, traccia una serie di ostacoli per la raccolta delle firme nelle varie liste alla vigilia dell’appuntamento elettorale. Un Pd che rischia di crollare, decretando così la sconfitta di tutti i duellanti che non hanno voluto cedere al proprio orgoglio. E già si fanno sentire le voci di chi esultando per la sconfitta si chiede se questo possa finalmente essere il preludio delle sue dimissioni in un partito che appare oggi nel buio politico più che mai.
Il centrodestra e il Movimento 5 Stelle si preparano al duello finale: il primo forte delle 8 liste aggregate e soprattutto di aver saputo coniugare gli interessi di tutti gli accoliti, con posti in giunta e sottogoverno concordati e un programma condiviso per la città, mentre ilM5Stelle mantiene la posizione, forte delle divisioni degli altri e del consenso popolare, con lo stesso timoniere, cavalcando il malcontento generale per una città allo sbando, abbandonata, piena di rifiuti, strade ridotte colabrodo che hanno costretto i cittadini al cambio di gomme, cerchioni e ammortizzatori, e tanti motociclisti al pronto soccorso; tutto ciò, in un clima di malessere e disorientamento per le lotte intestine dei club della politica in una lotta senza quartieri.
Le sconfitte elettorali passate, non hanno prodotto un ripensamento quieto e ragionato per i big delle varie fazioni, con la ridefinizione degli assetti e nelle strategie di alleanze, le più ampie possibili, con l’aggravante che i toni si sono sollevati, proprio nel momento in cui serviva usare l’esperienza e non i rancori e le vendette.
Concetto Alota