La Procura aretusea ha disposto accertamenti su tutti i candidati alle elezioni amministrative del 10 giugno. La delega alle verifiche è passata agli investigatori della Digos della questura che già ieri mattina ha attivato gli uffici giudiziari in grado di accedere ai data base per verificare la posizione di ognuno dei 600 candidati al consiglio comunale. Da qualche giorno da più parti è stato sollevato il problema dei cosiddetti non presentabili nelle liste collegate che appoggiano la candidatura di alcuni sindaci della nostra città. Secondo quanto emerge dall’esposto presentato in Procura dalla Federazione dei Verdi, diversi candidati al consiglio comunale non sono in linea con quanto indicato dal Codice di autoregolamentazione, approvato all’unanimità dalla commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre organizzazioni criminali anche straniere nella seduta del 23 settembre 2014.
A fare il passo formale della denuncia è stato, come si ricorderà, l’arch. Giuseppe Patti, lo stesso che lo scorso anno ha fatto scattare l’inchiesta sulla cosiddetta Firmopoli, ovvero la vicenda delle liste di candidati alle amministrative del 2013 con molte firme false di presentatori. Patti sostiene che diversi candidati al consiglio comunale non siano in linea con quanto indicato nel codice di autoregolamentazione che impegna i partiti politici, le formazioni politiche, i movimenti, le liste civiche all’atto della designazione dei candidati alle comunali a fare sottoscrivere agli stessi candidati la adesione volontaria a quanto prescritto nel documento.
Anche il candidato sindaco, Fabio Granata questa mattina consegnerà al prefetto i nomi degli impresentabili. “In alcune liste ci sono presenze non in regola con il Codice etico antimafia”, era stata la denuncia di Granata, qualche giorno fa. E da qui la richiesta di un incontro col prefetto Giuseppe Castaldo, incontro che ci sarà oggi. “Noi – dice Granata – abbiamo tutto in regola da mesi, altri no. Siracusa merita un consiglio comunale trasparente e privo di condizionamenti mafiosi o affaristici”.