Hanno imboccato la strada di Noto le indagini relative all’uccisione di Sara Campanella, la studentessa della provincia di Palermo, che è stata sgozzata lunedì pomeriggio davanti al Policlinico di Messina, dove frequentava l’Università. Stefano Argentino, 26 anni, è originario di Noto in provincia di Siracusa, studente universitario a Messina, frequentava lo stesso corso di Sara, tecniche di laboratorio biomedico. Il ragazzo è accusato di omicidio pluriaggravato. A fornire informazioni determinanti per giungere all’identificazione e all’arresto di Argentino sono state le dichiarazioni dei colleghi di corso della vittima e le immagini delle telecamere di videosorveglianza poste nei dintorni del luogo del delitto, viale Gazzi, vicino allo stadio “Celeste” di Messina.
Stefano Argentino aveva da tempo attenzioni insistenti nei confronti della 21enne. Il giovane si era invaghito di lei e l’avrebbe perseguitata da circa due anni, ma, il suo comportamento non aveva preoccupato la vittima, che non aveva mai sporto denuncia. Sara lo aveva sempre respinto e aveva condiviso il senso di fastidio per queste attenzioni anche con le amiche e le compagne di corso. “Da quando Sara Campanella si era iscritta all’università Stefano Argentino le manifestava attenzioni e cercava di conquistare il suo interesse con comportamenti molesti”, ha detto il procuratore di Messina, D’Amato.
Ad arrestare il presunto femminicida è stato il colonnello Lucio Arcidiacono, comandante provinciale dei carabinieri di Messina. E’ l’ex comandante del Ros, che nel gennaio 2022 ha arrestato il boss Matteo Messina Denaro. Con quello di Messina sale a dieci il triste primato dei femminicidi in Italia.