L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha accolto questa settimana l’arrivo a Lisbona di sei famiglie di rifugiati originari della Siria e del Sud Sudan.
Le 33 persone, che lunedì e oggi sono giunte nella capitale portoghese, sono le prime di 1.010 rifugiati che il Portogallo si è impegnato a ricevere dalla Turchia e dall’Egitto entro ottobre 2019 nel quadro dell’attuale programma di reinsediamento dell’Unione Europea.
Si tratta del più ambizioso programma di reinsediamento realizzato in Portogallo fino ad oggi e dimostra il forte impegno del paese per la protezione dei rifugiati. Nell’ambito dei programmi precedenti, ogni anno venivano reinsediate circa 30-45 persone, ed il numero è aumentato fino a circa 180 nell’arco di due anni tra il 2016 e il 2017. Tra il 2015 e il 2017, nell’ambito di un programma di ricollocamento dell’Unione Europea, il Portogallo ha inoltre accolto circa 1.500 richiedenti asilo provenienti dall’Italia e dalla Grecia.
“Questi rifugiati hanno trovato una soluzione durevole alla loro situazione di difficoltà, e potranno ora ricostruire le loro vite”, ha dichiarato Pascale Moreau, Direttrice del Bureau for Europe dell’UNHCR.
Le autorità municipali e le ONG in tutto il Portogallo supporteranno i rifugiati, ai quali verrà offerto un sostegno iniziale attravero la fornitura dell’alloggio e la copertura dei bisogni di base, mentre impareranno la lingua portoghese e cercheranno un impiego. I rifugiati avranno accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione e alla formazione professionale.
L’UNHCR ringrazia il governo portoghese per aver reso il reinsediamento una soluzione efficace e duratura per queste famiglie, le cui vite sono state sconvolte dalla violenza e dalle persecuzioni, così come tutte le ONG e le autorità municipali coinvolte nella loro accoglienza e nella fornitura delle cure di cui hanno bisogno.
“Gli arrivi di oggi rappresentano un gesto concreto di solidarietà da parte del Portogallo, che ha messo a disposizione dei rifugiati dei posti di reinsediamento che erano estremamente necessari”, ha aggiunto Moreau. Nel 2017, per ogni 21 rifugiati bisognosi di reinsediamento a livello globale, solo uno è effettivamente partito alla volta di un paese di reinsediamento.
Estendere il reinsediamento e offrire percorsi complementari sicuri e legali sono possibili modi attraverso i quali le comunità di tutto il mondo possono contribuire a condividere la responsabilità nei confronti dei rifugiati in un momento di massimo esodo forzato – un’idea che sta al centro del Patto Globale sui Rifugiati, approvato questa settimana dall’Assemblea Generale.
L’UNHCR attua programmi di reinsediamento in oltre 65 paesi di asilo in tutto il mondo e stima che nel 2019, 1,4 milioni di rifugiati a livello globale avranno bisogno del reinsediamento, il 17% in più rispetto al 2018.