Augusta, dissequestrati i beni a un imprenditore del fotovoltaico

Il tribunale penale di Siracusa (presidente Alessandra Gigli, a latere Carla Frau e Concetta Zimmitti) ha disposto il dissequestro dei beni per un ammontare di 7milioni di euro, che erano stati sequestrati all’imprenditore edile augustano Fabio Manservigi di 45 anni. La sentenza è stata emessa nell’ambito del processo relativo all’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale e personale nei confronti dell’uomo, ritenuto essere vicino al clan Nardo di Lentini.

La richiesta del rappresentante della pubblica accusa è stata quella di confiscare i beni appartenenti a Manservigi e intestati anche alla moglie e a un nipote, oltre che l’applicazione della sorveglianza speciale per la durata di 2 anni. Il sequestro dei beni era stato disposto il 22 febbraio dello scorso anno dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Siracusa. L’aderenza di Manservigi ai Nardo è stata indicata dai collaboratori di giustizia Fabrizio Blandino,Sebastiano Sampugnaro, Vincenzo Piazza e Sebastiano Gigliuto. Secondo gli inquirenti, Manservigi avrebbe continuato a essere “in stretto contatto con esponenti dei Nardo e con politici di rilievo locale”.

La Dia aveva chiesto e ottenuto il sequestro di 5 società nel settore fotovoltaico, una villa in contrada Campolato ad Augusta, diversi conti correnti bancari. Gli inquirenti ritenevano che le attività imprenditoriali fossero state ottenute illecitamente.

Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Puccio Forestiere, Mario Brancato, Salvatore Terrone e Antonella Paternò, nella discussione fiume di 6 ore ha prodotto una corposa documentazione contabile, una sentenza assolutoria nei confronti dell’imprenditore e una serie di perizie dalle quali poteva evincersi che tutto fosse alla luce del sole e che non vi fossero i presupposti sia per la confisca dei beni sia per contestare al loro assistito l’applicazione della misura personale della sorveglianza speciale.

 

 

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