AUGUSTA – Uno sversamento di 25mila litri di gasolio minaccia il terreno e le falde acquifere di Augusta, tra Punta Cugno e contrada Marcellino, nel Siracusano. La causa sarebbe un tentativo, andato male, di furto del carburante. La conduttura che collega due aziende del Petrolchimico augustano, infatti, sarebbe stata presa di mira da ladri di gasolio che, secondo le informazioni in possesso dei carabinieri, avrebbero scavato per tre metri sotto il terreno e applicato alla condotta delle valvole di diametro inferiore rispetto al tubo portante. Ma qualcosa non avrebbe funzionato, causando il danneggiamento del tubo portante che ha provocato così il riversamento del carburante nel terreno.
È passata qualche ora prima che una segnalazione permettesse agli stessi operatori della Sasol, l’azienda coinvolta, di attivarsi per fermare la fuoriuscita. Sul posto sono arrivati anche i funzionari dell’Arpa. È già partita la procedura per arrivare alla decontaminazione del sito. In questi casi la comunicazione agli organi istituzionali e tutto quello che ne consegue in termini di eventuale bonifica. Una norma del 2006 prevede che gli interventi siano a carico dei soggetti obbligati “non responsabili” della potenziale contaminazione: in questo caso i titolari del terreno e quelli della conduttura. “Sono partite le procedure previste dalla legge – assicura l’Arpa – che prevedono la messa in sicurezza di emergenza e, successivamente, la presentazione dei progetti di caratterizzazione. Siamo comunque all’interno di un Sin (Sito di interesse nazionale, ndr), quindi la procedura viene regolamentata dal ministero dell’Ambiente”.
L’area non è nuova a incidenti simili. Nel 2012 il più eclatante. In quel caso non fu colpa dei ladri, ma delle cattive condizioni di una vecchia conduttura: 400mila litri di cherosene si riversarono sul letto del fiume Cantera, che dai monti Climiti sfocia nel golfo di Augusta accanto al sito archeologico di Megara Hyblea. Il fiume fu ripulito da un sistema di panne assorbenti messo in campo dalla capitaneria, dall’Arpa e dall’azienda coinvolta. Ma la bonifica di suolo, sottosuolo e falda non è mai partita perché dopo 5 anni gli enti si sono accorti che il sito era di poco al di fuori del Sin, per cui il soggetto interlocutore era la Regione e non il ministero. Per Legambiente l’episodio rivela due aspetti: “Il primo è il contesto di degrado sociale cui siamo ridotti, visto l’espediente del furto di carburante – dice Enzo Parisi di Legambiente Augusta – e il secondo riguarda invece la necessità di maggiore controllo e vigilanza di queste condutture da parte degli enti pubblici e dei privati”.