Siracusa, 17 aprile 2023 – Domani, martedì 18 aprile, secondo quanto appreso dalla stampa, l’Istituto Comprensivo “Maiore” di Noto (Siracusa) prenderà parte alla manifestazione “Ritrovare, si può” organizzata dalla Prefettura di Siracusa, dal Comune di Noto, dai Vigili del Fuoco e dalla Protezione civile. Iniziativa della quale, apprendiamo stamani dalla stampa, si congratula quale “progetto pilota innovativo” anche sua eccellenza la Prefetta Giusi Scaduto, e che dovrebbe vedere impegnate diverse classi nella “ricerca di un adolescente scomparso, in una vera e propria emergenza simulata”. Nel ricordare preliminarmente che le scelte e le strategie didattiche ed educative sono prerogativa dei Collegi docenti delle singole scuole, in questo caso dell’IC “Maiore” di Noto, prima di essere proposta ad alunni e famiglie, vorremmo entrare nel merito della questione. In questo senso esprimiamo perplessità sulla valenza didattica ed educativa dell’iniziativa e ci chiediamo: perché un adolescente è “scomparso”? Un incidente, un terremoto, un’azione bellica? Si comunica ai bambini l’idea che un adolescente, (un “grande” dal loro punto di vista) non sia avviato a diventare persona adulta e autonoma e che non sia in grado di gestire situazioni difficili che risulterebbero invece ad appannaggio esclusivo degli enti di soccorso ed emergenza, forze dell’ordine e dei militari. Perché proporre ai bambini un ulteriore evento emergenziale? Bambini che già hanno sofferto tre anni di emergenze pandemiche con ansie e inquietudini che psicologi, docenti, genitori purtroppo constatano quotidianamente. Che il 18 aprile docenti e alunni siano “coadiuvati ed affiancati dai vertici, dai funzionari e dai militari delle Amministrazioni coinvolte”, e che alle famiglie sia chiesto di autorizzare che i propri figli siano fotografati e filmati, fa temere che i bambini – invece di partecipare ad una attività adatta a loro – finiscano per assistere ad una dimostrazione di ordine pubblico e di gestione emergenziale da parte non solo di Vigili del fuoco e Protezione civile ma anche da parte di personale militare. Chiediamo quindi chiarimenti sulle ragioni didattiche della manifestazione e informiamo che in ogni caso abbiamo provveduto a segnalare la manifestazione all’Osservatorio nazionale contro la militarizzazione delle scuole.