Ai piedi del palco una bicicletta con una maglia rossa sul manubrio con la scritta “Vota candidati non indagati” e, accanto, un contenitore nero di… “500 litri”. E poi i mattoncini posizionati uno sopra l’altro dai 16 candidati (Patrizia Arangio, Carmela Sgroi, Deianira Munda, Sabrina Cartelli, Giusy Valenti, Luca Maccarrone, Paolo Lombardo, Rudy Busana, Manca Leandra Romano, Michele fodde, Emanuele Vaccaro, Angelo La Posata, Massimo Giannetto, Mario La Rosa, Emanuele Pinnisi, Sebastiano Boscarino ) al consiglio comunale di “Identità priolese”, chiamati uno per uno sul palco di piazza 4 Canti dal presentatore, il giornalista Giovanni Polito. Queste le immagini che resteranno impresse nella mente delle persone che hanno seguito il comizio di Alessandro Biamonte, presidente del consiglio comunale e aspirante sindaco del Comune industriale siracusano. L’incontro con gli elettori è durato poco di un’ora ed è iniziato con l’ingresso sul palco di tutti i candidati.
Poi ha preso la parola Patrizia Arangio, che si è dimessa poco meno di un anno fa da assessore nella giunta guidata dal sindaco Pippo Gianni e che ha deciso di sposare il progetto di Biamonte. Ha parlato per una decina di minuti puntando l’attenzione su un programma che non prevede nulla di straordinario “perché – ha detto – Priolo ha bisogno di ordinarietà: strade pulite, parchi gioco per bambini, controllo del territorio, lotta senza quartiere alle discariche abusive ma anche cultura perché – ha aggiunto – può creare tante occasioni di lavoro”. Non ha risparmiato frecciate all’ex sindaco Pippo Gianni, mostrando, alla fine del suo intervento, due magliette, una con il volto di Biamonte, l’altra con quello di Cettola Qualunque. “Il 28 e 29 maggio votiamo – l’appello finale – Alessandro Biamonte”.
Subito dopo sono saliti sul palco Maria Chiara Gambuzza (per 3 anni assessore e per due presidente di Priolo in house), Santo Gozzi e Simona Di Marco, ma sola la prima ha preso la parola per un breve intervento. E’ toccato all’avvocato Domenico Mignosa arringare la folla, sottolineando come “Priolo sia l’unico Comune in Italia e forse anche in Europa in cui uno dei candidati è in una posizione giudiziaria delicata. Priolo – ha detto – rischia il commissariamento e non ce lo possiamo permettere. Alessandro Biamonte non si sarebbe candidato a sindaco se avesse avuto problemi giudiziari ma evidentemente dall’altra parte la pensano in maniera diversa”.
Poi l’atteso discorso di Biamonte, definito il candidato gentile e con le idee ben chiare dal presentatore. Dopo aver ricordato il commerciante Iano 2000, deceduto venerdì, ha fatto gli auguri alla mamma per il compleanno. Più volte è stato interrotto dagli applausi dei suoi elettori. “Priolo – ha detto – ha bisogno di avere un’identità valoriale e la sua gente deve sentirsi parte di una comunità che agisca con sentimenti di fratellanza e solidarietà. Il mio impegno sarà di rivalutare le piazze di Priolo, creando eventi, occasioni di incontro e riqualificando il territorio. Porterò Priolo agli onori della cronaca nazionale come Comune virtuoso, perché ha un potenziale economico importante con imprenditori capaci di creare posti di lavoro. Il mio unico obiettivo è di fare il sindaco di Priolo e non utilizzerò questo comune come trampolino di lancio”. Rivolto ai suoi avversari politici, ha detto: “Se finirete di dire bugie, finirò di dire la verità”. Presente il deputato regionale del Pd Tiziano Spada, non invece il sindaco di Melilli Giuseppe Carta e quello di Solarino Giuseppe Germano che sono tra i suoi sostenitori. “Una comunità cresce se tutti stiamo bene, se nessuno rimane indietro, è questa l’ottica del buon amministratore. Prometto – ha concluso – il massimo impegno a servizio di un paese che ha grandi potenzialità e che desidera riemergere al più presto”