Bosco delle Troiane, le piante sono salve La Corte d’appello nomina un nuovo custode


Ci sono voluti quasi dieci anni per mettere la parola fine ad una vicenda che si trascinava immotivatamente da troppo tempo. Da oggi, il Comune di Siracusa, ritorna in possesso dell’area del Bosco delle Troiane sulla quale, qualche mese fa, si erano sollevate polemiche sui media e qualche dichiarazione scomposta. A sancirlo è un’ordinanza della seconda sezione della Corte d’appello di Catania che ha nominato, il comandante della Polizia municipale, Dott. Enzo Miccoli, nuovo custode dell’area in questione.
Una battaglia che ho portato avanti con tutta me stessa per riaffermare la legalità e non lasciar morire i lecci del bosco, i progetti di riqualificazione e la pianificazione studiata ad hoc per indirizzare la città in un’ottica green. Un risultato importante per la città e per tutte le associazioni che convergono nel Comitato Aria Nuova che non hanno mai smesso di crederci e si sono spese per la piantumazione e la cura degli alberi.
Sono molto soddisfatta della pronuncia della Corte d’appello e del provvedimento di revoca della concessione che il Comune ha notificato alla società che aveva in concessione l’area, in questo modo, i volontari potranno accedervi e provvedere al fabbisogno delle piante. Quello del Bosco delle Troiane è solo una piccola parte del progetto di forestazione urbana con il quale miriamo a trasformare i quartieri e a renderli più belli e vivibili. In questa ottica, i boschi urbani non sono solamente delle aree ricreative e di svago per i cittadini ma assolvono un compito fondamentale di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico perché contribuiscono all’abbassamento della Co2 e contrastano l’innalzamento delle temperature.
“Proseguiremo – commenta l’assessore comunale alla Protezione civile, Giusy Genovesi – l’azione intrapresa avviando il progetto ForestaSi, un gemellaggio con Milano e ForestaMi diretto dall’architetto Stefano Boeri, un progetto di forestazione articolato per Siracusa, frutto di competenze diverse e molta collaborazione. Una rivoluzione green che parte dal basso e, come avvenuto a New York, Montreal, Melbourne, Milano e in altre città nel resto del mondo, ha bisogno del contributo di tutti: delle associazioni e delle reti di cittadini e di aziende consapevoli del fatto che piantare un albero è lo strumento più efficace, economico ed inclusivo per garantire alla città un futuro ecologico”.

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