Bruno Marziano interviene nella vicenda delle sentenze comprate che ha colpito Pippo Gennuso

Bruno Marziano interviene nella vicenda delle sentenze comprate che ha colpito Pippo Gennuso, giudici e avvocati. Con un nota diffusa poco fa, ripercorre i fatti accaduti e bacchetta quanti in quell’occasione si schierarono a favore di Gennuso.

“Che quelle sentenze del CGA di Palermo (presidente De Lipsis) potessero essere viziate da fenomeni corruttivi probabilmente lo si poteva capire già fin da allora – scrive Marziano. Eppure ci furono esponenti del PD che andarono a portare la solidarietà all’onorevole Gennuso che si incatenava davanti al palazzo del tribunale e si fecero fotografare assieme a lui perché questa solidarietà (di una parte del Pd) fosse aperta e visibile.
Ritengo che si dovrebbero vergognare ma temo che non lo faranno.
Che la sentenza definitiva del CGA che costringeva alla ripetizione delle elezioni nel 2014 fosse una sentenza farlocca, frutto di possibili atti corruttivi e di una serie di stranezze,quali ad esempio la sparizione del plico delle schede che dovevano servire alla verifica dei voti e ad impedire la ripetizione delle elezioni, probabilmente era chiaro fin da allora”.
“Eppure,mentre la gran parte degli esponenti del Partito Democratico, primo fra tutti l’onorevole De Benedictis, si rifiutarono di utilizzare quella sentenza ed anzi si impegnarono ad impedire un ribaltamento del risultato emerso dalle elezioni svolte legittimamente, altri ne approfittarono per tentare di ribaltarlo”.
“Nel mio caso, e solo per una manciata di voti, questo tentativo non riuscì. Sarebbe stato, come nel caso dell’on Pippo Gianni, un’altra violenza alle regole democratiche – Continua Marziano – Un conto è se il ricambio della rappresentanza che avviene nelle sedi istituzionali viene deciso dagli elettori, un conto sarebbe stata la modifica del risultato elettorale a seguito di una sentenza che secondo le dichiarazioni di una parte dei protagonisti è stata una sentenza comprata a fior di migliaia di euro. Adesso alla luce di questi recenti arresti sorge spontanea una domanda: ma che fine ha fatto il processo che vede imputato il dipendente del tribunale di Siracusa accusato di avere fatto sparire le schede elettorali e quindi di avere determinato le basi giuridiche per quella sentenza”?
“Nel ribadire la mia piena fiducia – conclude Marziano – nella giustizia auspico che anche questo spezzone, tutto siracusano di questa vergognosa vicenda, possa arrivare alla sua conclusione giudiziaria”.

 

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