Un calciatore della Jonica di Santa Teresa di Riva è stato preso di mira da un gruppo di tifosi dell’Avola, presenti sugli spalti per seguire la squadra in trasferta. E’ accaduto domenica scorsa durante la partita di calcio del campionato di Eccellenza, che è stata sospesa dall’arbitro a cinque minuti dalla fine proprio per l’infittirsi degli insulti nei confronti dell’attaccante colombiano Jairo Alegria. Stanco di ricevere insulti e versi da scimmia, Alegria si è prima seduto sul terreno di gioco e poi ha deciso di abbandonare il campo, seguito dai compagni di squadra che, inizialmente, volevano convincerlo a proseguire l’incontro. Il direttore di gara è stato costretto a sospendere la partita per il ritiro della squadra di casa. Il suo referto sarà oggetto di approfondimento da parte del giudice sportivo che deciderà in settimana e potrebbe anche decretare la sconfitta a tavolino per l’Avola che pure stava vincendo 3-0.
Il calciatore colombiano, che ha giocato nel suo paese, in Perù, in Bolivia in Repubblica dominicana e in Calabria, si è detto indignato del trattamento riservato per tutta la partita dai tifosi della squadra locale, spiegando di non essersi sentito di continuare la partita subissato di buu e di insulti razziali. Le replica del Città di Avola arriva con un comunicato ufficiale, in cui si dubita degli attacchi a sfondo razziale subiti dall’attaccante della formazione avversaria: «Semmai fosse successo, ci discostiamo nettamente da tale isolato gesto. Ma usare un tema delicato e complesso come il razzismo, per mascherare responsabilità e sconfitta, è un atteggiamento anti sportivo e altrettanto intollerabile».