“In tutte le vicende a me contestate, mi sono limitato a svolgere il ruolo di legale difensore per conto dei clienti e non ho mai agito, quindi, a titolo personale”. L’avv. Giuseppe Calafiore, coinvolto nell’inchiesta della Procura di Messinaper la vicenda meglio nota come “Sistema Siracusa”, da sabato pomeriggio si trova detenuto al carcere di piazza Lanza a Catania, si è sottoposto ieri a un interrogatorio fiume durato 7 ore e mezza. Ha risposto a tutte le domande del gip del tribunale di Messina, Maria Vermiglio, ribattendo punto su punto ai diversi capi d’imputazione che gli vengono contestati dalla Procura peloritana.
Alla presenza dei legali difensori, Mario Fiaccavento e Alberto Gullino, Calafiore ha prodotto un documento con cui afferma non esservi stata alcuna strumentalizzazione in tutte le sue azioni. Al termine dell’interrogatorio i legali di Calafiore hanno inoltrato un’istanza al gip Vermiglio, a cui hanno chiesto per il loro assistito la meno afflittiva misura cautelare degli arresti domiciliari. Hanno motivato la richiesta con le cessate esigenze cautelari atteso che Calafiore ha risposto a tutti i punti oggetto della contestazione; le persone coinvolte nell’inchiesta sono state quasi tutte arrestate mentre i documenti in suo possesso sono stati tutti sequestrati dalla guardia di finanza e rappresentano gli atti d’indagine dell’autorità giudiziaria, quindi nell’impossibilità di inquinare le prove; non sussiste il pericolo di fuga visto che l’avv. Calafiore s’è costituito sabato, di ritorno dall’estero. Il giudice per le indagini preliminari scioglierà la riserva nei prossimi giorni. Intanto questa mattina al tribunale di Messina si tengono gli interrogatori di garanzia delle altre 9 persone che si trovano in regime di arresti domiciliari.