Canicattini, 30 anni in appello per il manovale che uccise la convivente

Laura Petrolito, la ventenne accoltellata, uccisa e buttata in un pozzo, con Paolo Cugno, il compagno che ha confessato il delitto, in una foto tratta dal suo profilo fac

La corte d’assise d’appello di Catania ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione a carico di Paolo Cugno, il 28enne manovale di Canicattini, che ha ucciso la sera del 17 marzo del 2018 la compagna venticinquenne Laura Petrolito con 16 coltellate e ne ha gettato il cadavere in un pozzo artesiano. La sentenza è stata emessa ieri mattina a conclusione del processo in cui il pg Antonio Nicastro aveva chiesto la conferma della condanna inflitta in primo grado dal gup Carla Frau. A nulla, quindi, è valsa la difesa dell’avvocato Giambattista Rizza, che aveva chiesto ai giudici di sottoporre il suo assistito a perizia neurologica. A giudizio della difesa quell’esame avrebbe chiarito i problemi di natura psichiatrica che sarebbero in sorti nel Cugno, per le conseguenze di un incidente stradale subito tempo addietro. Cugno, già in primo grado, è stato condannato anche a risarcire i danni al padre e ai figli della vittima, costituiti parti civili col patrocinio degli avv. Mario Di Marca e Domenico Mignosa, da quantificare in sede civile e al pagamento di una provvisionale complessiva di 745mila euro.

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