Facendo seguito al comunicato di martedì 16 Luglio con il quale si rendeva pubblico il Documento firmato dalla quasi totalità dei Sindaci del siracusano, Associazioni di categoria, Enti e Consorzi di sviluppo, per chiedere al Ministero dell’Ambiente l’annullamento dell’incontro fissato a Roma per ieri, mercoledì 17 Luglio, con l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, i Liberi Consorzi di Siracusa e Ragusa e la Città Metropolitana di Catania, per l’avvio del procedimento del Parco Nazionale degli Iblei, si precisa che tra i firmatari non c’era il Comune di Ragusa, ma il Comune di Modica.
L’errore, e ce ne scusiamo con l’interessato, era scaturito dal fatto che parecchi Sindaci della provincia di Ragusa, pur non potendo firmare hanno manifestato il loro assenso al Documento, per cui quel “provincia di Ragusa” è diventato “Comune di Ragusa”.
«Fatta questa doverosa precisazione – dichiara Vice Presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, Presidente del Consiglio comunale di Canicattini Bagni e Presidente dell’Agenzia di Sviluppo degli Iblei, nella sua veste di portavoce dell’iniziativa di richiesta al Ministero – attendiamo di conoscere la posizione ufficiale del Sindaco di Ragusa in merito al nascente Parco Nazionale degli Iblei. Intanto mi corre l’obbligo precisare, ulteriormente, che i firmatari del Documento non hanno espresso posizioni di contrarietà all’istituzione del Parco Nazionale dei Iblei, consapevoli della sua importanza e delle forti valenze culturali, ambientali, economiche e sociali, che esso può esercitare nel territorio delle tre province, ma sottolineato la criticità procedurale emersa nell’incontro del 10 Luglio presso il Libero Consorzio di Siracusa, in merito alla deliberazione dell’ex Provincia regionale di Siracusa nella quale emergeva “una proposta unitaria espressamente condivisa”, frutto di un incontro del Giugno 2010, che non ha tenuto minimamente conto, al contrario, delle osservazioni e delle proposte che sono arrivate dal territorio, principalmente dai Comuni, per un Parco a “perimetrazione reticolare”. Con la richiesta di annullamento dell’incontro al Ministero, si ribadiva la volontà di ridiscutere e riproporre, in maniera partecipata, dal basso, l’ipotesi di perimetrazione e zonazione “reticolare” del Parco, in un clima di ampia disponibilità e apertura, proprio per ripensarne contenuti e limiti, in funzione dei reali fabbisogni e delle concrete esigenze che nel frattempo sono emerse nel territorio interessato».