E’ rimasto impassibile per diverse ore. Un muro di gomma fino a quando, in nottata, è crollato e ha confessato di avere ucciso la compagna. Paolo Cugno, canicattinese, piccoli precedenti di polizia, 27 anni il 21 marzo, è crollato in lacrime confessando ai carabinieri che lo hanno torchiato e al pm Marco Dragonetti, di avere ucciso a coltellate Laura Petrolito, la ventenne canicattinese, che era scomparsa la sera di sabato.
Il giovane manovale ha ammesso di avere assassinato la donna con cui 8 mesi fa aveva avuto un bimbo. Accusato di omicidio è in stato di fermo su disposizione della Procura, che sta coordinando le indagini portate a termine dai carabinieri della compagnia di Noto. L’avrebbe ammazzata per gelosia ma erano tanti i litigi che fra i due erano scoppiati nel recente passato. Un problema caratteriale che è emerso anche la sera di sabato quando i due si sono recati in campagna per accudire agli animali. Una parola tira l’altra e poi la decisione dell’uomo di armarsi di coltello, custodito in un capanno, per colpire la malcapitata con almeno una decina di fendenti al torace e all’addome. Secondo quanto stabilito dal medico legale, la morte della ragazza risalirebbe alle 22 di sabato. Cugno ha pensato poi di nascondere il cadavere, gettandolo in un pozzo artesiano all’interno del terreno di sua pertinenza.
A fare la macabra scoperta sono stati ieri mattina i carabinieri della stazione di Canicattini, che, alzando un coperchio di ferro, che otturava il pozzo artesiano, hanno visto emergere il volto della ragazza, mentre un braccio ha evitato che il corpo sprofondasse giù.
Cugno è stato rintracciato ieri mattina e portato in caserma. Era l’ultima persona ad avere visto in vita la donna che ancora ieri mattina veniva ricercata. Poi il lungo interrogatorio in caserma mentre fuori decine di persone, fra amici e parenti della vittima, ad attendere notizie, che sono arrivate a notte fonda, quando, il lacrime Paolo Cugno ha confessato di avere assassinato la giovane compagna, facendo ritrovare il coltello utilizzato per infliggerle una decina di fendenti.