CARLENTINI – “Ce la fa?”. Con questa domanda a stento intellegibile coperta delle note di “Pensiero“, si chiude il concitato video di una storia intricata dai molti titoli possibili: spinto a terra da una scaletta durante una diretta scomoda, in base al punto di vista del giornalista lentinese Nello La Fata; cronista aggredito per un editoriale sgradito, secondo Assostampa, Unci e Agirt di Siracusa. Per gli altri protagonisti della vicenda, accaduta il 23 agosto nella piazza principale di Carlentini, è invece il caso del “cretino“. Perché è intorno questa critica tranchant in diretta Facebook che si è acceso un duro confronto: fra chi difende l’incolumità di un reporter, a prescindere dalla pirandelliana “corda pazza” che talvolta si impossessa di ogni siciliano; e chi si affida a versioni di comodo per giustificare qualsiasi fallo di reazione sul “provocatore” a mezzo stampa. Lo scenario, che sembra prestato da Leonardo Sciascia, è quello del concerto di chiusura per la patrona Santa Lucia. Fatalità ha voluto che dopo poche ore fosse in vigore la stretta anti-Covid, imposta a un Comune finito nella black list dei positivi. Quando il direttore di La Notizia ha sollevato dubbi dell’opportunità di questa manifestazione patronale affollata, si è messa in moto una successione di eventi. Dove i limiti del diritto di cronaca e di critica si sono scontrati con chi li vuole fare valere per le spicce, colpevolizzando il giornalista che “se l’è cercata”.
Un editoriale polemizzava sul concerto a poche ore dalla stretta anti-Covid.
Nei suoi editoriali La Fata è molto schietto. Come in quello “Covid-19 e concerti musicali”, in prima pagina nel numero uscito la mattina dell’esibizione. “Mentre Carlentini è a rischio zona rossa, il sindaco cosa fa? Stanzia 19.500 euro alla Pro Loco per organizzare concerti musicali in piazza”. Giuseppe Stefio viene incolpato anche delle ordinanze contraddittorie della Regione. Ma è risaputo che i pezzi di opinione poco teneri col Palazzo sono quelli più letti. Specialmente quando rilanciano i mormorii da bar:“I cittadini si domandano se tutto questo potrebbe fare parte degli impegni elettorali presi in passato”. In effetti i rapporti fra Pro Loco e Comune sono stati altalenanti fra le diverse amministrazioni. L’editorialista conclude con le domande retoriche di un oppositore in consiglio:“Ci sono nuclei familiari che non hanno possibilità di completare il pasto quotidiano, e si pensa a feste e festini? Non sarebbe il caso di annullare i concerti ed evitare lo sperpero?”.
“Stupido”, la replica del musicista dal palco a chi voleva annullare la festa.
Il settantenne La Fata è uno dei pochi cronisti di strada sopravvissuti al nuovo giornalismo da tastiera. Perciò va a fare la diretta Facebook su cosa accade al concerto dei Replay Bandpooh. Trova centinaia di spettatori seduti compostamente nella platea recintata, e tutti con la mascherina. “Un successo di pubblico e di critica”, avrebbero certamente titolato i giornali, riconoscendo la qualità della cover band. Se non fosse che a fine serata un musicista si trasforma in critico. Il sindaco aveva evitato di replicare alle polemiche, limitandosi a dire sul palco che l’apprezzatissimo svago era stato possibile “assumendomi la responsabilità di questo concerto”. L’artista invece usa il microfono per rimbeccare“C’è sempre qualche stupido che se ne approfitta per fare un po’ di polemica. Io questo sassolino me lo voglio togliere, perché non stiamo facendo nulla di male; stiamo solo suonando per voi nella speranza che vi siate divertiti”.
“Cretino”, in diretta Facebook la reazione contro il batterista dal direttore di La Notizia.
Quando il batterista avverte il pubblico che serve un applauso per il bis, subito invocato, la soggettiva di La Fata si muove verso il palco. Il piano sequenza registra l’avvicinamento lungo l’esterno della platea recintata, fino al punto in cui le transenne lasciano un varco vicino la scaletta. Il tempo di salire a portata di orecchio dei cantanti, e scandisce subito due “cretino“. Il sanguigno direttore non ha gradito che la replica alle sue polemiche verso l’amministrazione comunale arrivasse da un “estraneo”, fra l’altro da un mese pure giornalista pubblicista. Dalla band impegnata nei bis, qualcuno gli sorride e gli mostra pollice in su per stemperare. Con scarso successo, perché il video-reporter dà “completezza d’informazione” alla sua diretta. Indica generalità e scuola dove il collega è preside, e quello “stupido” indirizzato anonimamente glielo restituisce con un sinonimo meno delicato. Dopo 20 secondi, la ripresa della band viene oscurata da qualcuno che si piazza davanti l’obiettivo. Ha la mascherina semi-abbassata e La Fata lo riconosce come l’organizzatore del concerto, che nel novembre 2015 aveva pure intervistato.
L’organizzatore del concerto affronta il giornalista per non farlo filmare, provocando la caduta.
La passionalità che ha tradito La Fata (della quale poi si pentirà scusandosi con un post), allo stesso modo tradisce il direttore artistico per passione dello spettacolo (che un post dei Replay Bandpooh poi omaggerà di un “ringraziamento speciale per averci fortemente voluto”). Quando gli viene chiesto di liberare la visuale, prima gli intima che “non si può filmare” e poi allontana con modi bruschi il cronista. La videocamera perde l’inquadratura e la musica copre voci diventate concitate. Secondo il giornalista, è stato spinto dalla scaletta quando l’organizzatore si è impossessato del telefonino per romperglielo. Nella caduta a terra è stato colto da malore, ha raccontato l’anziano reporter già con problemi di salute. La ricostruzione è stata però contestata dalla Pro Loco. In un comunicato scrive che “i fatti riportati sui social diramati e pubblicati dallo stesso La Fata e dalle associazioni dei giornalisti, Assostampa Siracusa e Gruppo cronisti Siciliano, sezione di Siracusa, non corrispondono alla verità”.
“Il giornalista La Fata, con arroganza e senza chiedere permesso ha eluso la sorveglianza predisposta per l’area Covid“, scrive la Pro Loco. Sostenendo che “ha scavalcato le transenne che delimitano il palco dove possono sostare solo i tecnici e personale autorizzato, è salito sul palcoscenico, vi è rimasto senza che nessuno lo fermasse”. Il documento aggiunge che “ha offeso e insultato uno dei componenti del gruppo mentre svolgeva una performance musicale, costringendo gli addetti a chiudere anzitempo e a interrompere il concerto per questioni legate alla sicurezza messa a rischio dal giornalista invasore“. Nel comunicato “si sottolinea e si afferma che nessun incaricato della Pro Loco ha spinto e tanto meno aggredito o maltrattato La Fata; circostanza che può essere smentita dai tanti presenti sul luogo”. La conclusione è che “i comunicati diramati da La Fata e dalle Associazioni di categoria non raccontano la verità dei fatti, infangando l’attività della nostra associazione che da oltre trent’anni lavora per il territorio. La verità in questo caso viene perfettamente provata dal video prodotto dallo stesso La Fata”.
La cover band: momento difficile per la violenta aggressione subita dal nostro leader.
La versione della Pro Loco è rilanciata dai Replay Bandpooh il 28 agosto, con un post dove parlano di “momento difficile che stiamo dovendo vivere a causa di una violenta aggressione subita dal nostro batterista durante il concerto”. La band ringrazia l’organizzatore per “aver tutelato con professionalità e prontezza la sicurezza sul palco (che senza il suo intervento avrebbe potuto determinare conseguenze ancora peggiori di quelle già subite con la sospensione anzitempo del concerto”). Di problemi alla sicurezza, aggressioni al leader e chiusura anticipata dell’esibizione per colpa del “cretino”, però, non c’è traccia alcuna su quanto pubblicato nei social subito dopo l’esibizione di 5 giorni prima. Nel “ringraziamento speciale” a sindaco, presidente Pro Loco, direttore di palco e organizzatore, non c’è traccia alcuna di problemi nell’eseguire i bis ancora più a lungo di quanto
hanno fatto. “Questa serata non la dimenticheremo presto”, scrivevano gli artisti, con una certa preveggenza.
Il video smentisce la ricostruzione colpevolista dell’associazione e della band.
Forse la registrazione visionata dalla Pro Loco e citata nel comunicato deve essere un’altra, da quella che il direttore di La Notizia ha pubblicato sul canale You-Tube del giornale. Perché si vede chiaramente (minuto 43.03) che attraversa un varco non presidiato da alcuno, e accede sotto gli occhi di almeno due addetti al backstage. Quindi non ha “scavalcato le transenne”, né avrebbe potuto farlo considerata età e statura, mantenendo per giunta tutto il tempo la diretta video col telefonino. Quando l’associazione inoltre scrive che il reporter “è salito sul palcoscenico ,vi è rimasto senza che nessuno lo fermasse”, non si rende conto che sta ammettendo una grossa falla nella sicurezza. Inoltre non si comprende come abbia “costretto gli addetti a chiudere anzitempo e ad interrompere il concerto“, considerato che stavano già eseguendo il bis (minuto 42.28). Che ciò sarebbe persino avvenuto “per questioni legate alla sicurezza messa a rischio dal giornalista invasore”, sarebbe incomprensibile visto che il cronista “hooligan” era armato solo di cellulare e lingua sciolta.
Spezzone inedito conferma che La Fata finendo a terra viene colto da malore.
Il documento dell’associazione ha poi un passaggio ambiguo:“Nessun incaricato della Pro Loco ha spinto e tanto meno aggredito o maltrattato La Fata”. Se vuole puntualizzare l’assenza di un legame fra organizzatore del concerto e Pro Loco, la vicenda prende sfumature singolari. Perché il Comune ha stanziato i fondi alla “Associazione Pro Loco di Carlentini”, e la stessa nel documento ammette “ha collaborato alla organizzazione di 4 spettacoli musicali”: se l’organizzatore non è “l’incaricato dalla Pro loco per conto del Comune”, come lo indicano Assostampa e Unci, a che titolo ha messo in piedi un concerto pagato almeno in parte con fondi comunali? Se il comunicato invece nega che La Fata sia finito a terra, le ultime immagini del lungo piano sequenza sono drammatiche e inequivocabili. C’è un video di pochi secondi, non pubblicato, che ha l’inquadratura sporca e sbilenca di chi sta sul selciato e gira senza accorgersene. Il filmato, nel frame al secondo 10, mostra le gambe del giornaliste distese esanimi sull’asfalto. L’audio è sovrastato dai decibel di “Pensiero”, e fra le tante voci l’unica nitida gli chiede “ce la fa?”. Nessuna appartiene a paramedici. Ma, vicino la piazza gremita, ambulanza e operatori di pronto soccorso ce n’erano?
Massimo Ciccarello
Fonte (ecostiera.it)