Catania, 25 febbraio 2022 – Doveva debuttare in prima assoluta il 29 gennaio, sulla scia del “giorno della memoria“, per denunciare non solo la strage degli ebrei, ma tutti gli stermini consumati in nome dell’intolleranza e compiuta da chi non ha altra risposta alla diversità. Solo l’emergenza sanitaria ha potuto posticipare di quasi un mese l’evento di Ka-Be, l’inedita creazione di Salvatore Romania e Laura Odierna, che firmano a quattro mani coreografia e regia dello spettacolo, tra i fiori all’occhiello del cartellone di Scenario Danza. La tematica rappresenta una forte sollecitazione ad indignarsi e soprattutto a “pensare“, come indica il concept del cartellone concepito dal direttore artistico Roberto Zappalà, figura di primo piano della danza contemporanea internazionale. E importante si annuncia la sinergia
con Romania e Odierna, artisti associati per il triennio 2022- 2024 al Centro Nazionale di produzione danza Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà danza.
Ka-Be – acronimo di Krankenbau, infermeria, adottato ad Auschwitz – andrà in scena a Scenario Pubblico sabato 26 e domenica 27 febbraio, rispettivamente alle ore 20.45 e 19. Salvatore Romania è altresì il danzatore protagonista della performance, che si sviluppa sulle musiche del compositore e chitarrista Salvatore Amore, impegnato nell’esecuzione dal vivo con Carlo Cattano (sax e flauti) e Giovanni Arena (contrabbasso).
La produzione è realizzata da Megakles Ballet con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dell’Assessorato Turismo Sport e Spettacolo della Regione Siciliana.
Scriveva Primo Levi: “In questo Ka-Be, parentesi di relativa pace, abbiamo imparato che la nostra personalità è fragile, è molto più in pericolo che non la nostra vita… Abbiamo visto partire verso il niente le nostre donne e i nostri bambini; fatti schiavi abbiamo marciato cento volte avanti e indietro alla fatica muta, spenti nell’anima prima che dalla morte anonima… Le loro anime sono morte e la musica li sospinge, come il vento le foglie secche. Non c’è più volontà: ogni pulsazione diventa un passo, una contrazione riflessa di muscoli sfatti… una danza di uomini spenti…”
Ma l’olocausto non è solo quello dei lager nazisti. Non può bastare un “giorno della memoria” a ricordarli tutti. La storia dell’umanità ha scritto, fin dai suoi albori, troppi capitoli altrettanto orrendi, ed ancora più orribile è assistere agli eccidi e genocidi che tuttora si consumano ogni giorno in diverse parti del pianeta. Contro il nemico, contro il diverso. Una tragedia, politica ed etica, condannata anche attraverso l’arte e le sue infinite espressioni, incluso naturalmente il teatro, e il teatro civile in particolare.
“I campi di concentramento nazisti – sottolineano Romania e Odierna – furono la manifestazione più crudele e feroce dell’avversione alla diversità e all’alterità, secondo un processo di spersonalizzazione e uniformazione che ancora oggi trova applicazione in molti contesti politici e sociali. Diversi milioni di ebrei trovarono una morte insensata, ma le vittime della cieca furia nazista furono anche altre, spesso dimenticate. Omosessuali, dissidenti politici, i cosiddetti fuoriusciti, i sinti, i Rom, i Testimoni di Geova, gli “asociali”: disabili, malati di mente, lesbiche. La conta dei numeri è impressionante ma dietro i numeri ci sono persone, storie, volti, individualità che rappresentano la società nella sua più compiuta manifestazione”.
Purtroppo la storia si ripete ed è impossibile restare impotenti, come evidenziano gli autori di Ka-Be: “Il mondo è ancora pieno di lager che contengono e torturano: fare un elenco sarebbe imparziale e insufficiente, ma basti ricordare i campi di detenzione in Libia per i migranti subsahariani e non solo, i campi di concentramento per omosessuali in Cecenia, le gabbie dei bambini al confine tra Messico e USA, i campi di “rieducazione” degli Uiguri in Cina, i campi profughi nelle terre occupate della Palestina e il genocidio dei Rohingya in Myanmar. La volontà di riportare alla memoria è indispensabile, deve essere una “pietra d’inciampo” nella considerazione della realtà, passata e attuale, e nell’elaborazione di una politica che sappia garantire il rispetto e la tutela dell’alterità e che abbandoni definitivamente l’idea di una superiorità etico-morale di qualsiasi tipo.”
L’impegno civile caratterizza da sempre l’Associazione Culturale Megakles Ballet, in arte denominata Compagnia Petranuradanza, termine tratto dal vocabolario siciliano, il cui significato è Pietra nuda e simbolicamente evoca l’azione magmatica del vulcano Etna, forza distruttrice, ma al contempo generatrice, capace di rinnovare continuamente il suo aspetto.
I suoi coreografi Salvatore Romania e Laura Odierna sono artisti associati per il triennio 2022- 2024 al Centro Nazionale di produzione danza Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà danza e propongono un linguaggio coreografico versatile ed originale, depurato da ogni affettazione, sostenuto da anni di studio e ricerca sulle possibili origini ed evoluzioni del movimento, in cui il corpo è “testo” e nello stesso corpo è egualmente anche il “contesto”, da esplorare attraverso musicalità e dinamismo corporeo.
La Compagnia è in rete con realtà nazionali ed internazionali afferenti agli ambiti della danza contemporanera, del teatro e della musica, quali Rete Kortocircuito, Rete Latitudini, Lab Psl. Boardin pass 2022, Credo, Artemuda, Arcipelago.
Info su scenariopubblico.it E’ necessaria la prenotazione, che non dà diritto all’assegnazione del posto numerato e decade 30 minuti prima dell’orario fissato per l’inizio dello spettacolo. Per prenotazioni chiamare la segreteria allo (+39) 095 2503147 dal lunedì al venerdì, dalle ore 10:00 alle 19:00.