Conclusa la Primavera Barocca a Noto nella provincia di Siracusa che si è svolta dal 18 al 20 maggio, quest’anno in omaggio alla Cina. La via Nicolaci è stata teatro della 39° edizione dell’Infiorata di Noto denominata: “Cina in Fiore”.
L’infiorata di Noto, si svolge ogni anno, la terza fine settimana di maggio è dedicata all’Infiorata; un evento della storia della città secentesca che s’inserisce nell’ambito della “Primavera Barocca”, con una serie di eventi tra i quali il famoso Corteo Barocco, costituito da banditori in costume d’epoca, figuranti, sbandieratori, e musicisti, che sfilano per le vie del centro storico.
I festeggiamenti dell’Infiorata sono nati nel 1980 dall’incontro di artisti infioratori genzanesi e netini; infatti, fu nella città di Genzano, in provincia di Roma, che si sviluppa la nuova tecnica pittorica. La via Corrado Nicolaci è la strada che fa da cornice all’Infiorata, in cui si registra un contatto; alla fine della strada domina la Chiesa di Montevergini che contrasta il palazzo del Principe Nicolaci Villa dorata, con i suoi balconi che sono i più belli del mondo.
La famosa strada, è lunga 122 metri e larga circa sette; ogni anno è infiorata in tutta la sua lunghezza, e, in larghezza, per 6 metri. Il tappeto di fiori splenditi dai mille colori copre un’area di 700 mq ed è composto di sedici bozzetti, con cortili, clausure e le tante vie cittadine sono abbellite con riquadrature, compiuti con tanta fantasia e capienza da maestri che presentano, di anno in anno, generi svariati: ecclesiali, leggendari, e di sapere popolare comune; è considerata tra le più belle manifestazioni dell’intera della Sicilia, dove s’identificano vari periodi, con il sistema del duplicato dei bozzetti, la realizzazione delle sagome che sono tracciate sul manto della strada, con l’allestimento da parte di artisti infioratori. L’idea dell’infiorata a Noto nacque con lo scopo di valorizzare ancor di più la città barocca.
Storia. La città di Noto è un piccolo gioiello del barocco in Sicilia. Arroccato su un altopiano che domina la valle dell’Asinaro. Da sempre importante centro siculo, romano, bizantino e poi arabo, fu distrutto nel pieno del suo splendore dal terremoto del 1693, ma grazie alla sapiente ricostruzione, Noto è divenuta una magnifica città d’arte, patrimonio dell’Unesco, assieme a Caltagirone, Militello, Catania, Modica, Palazzolo, Ragusa e Scicli.
La straordinaria bellezza della città di Noto, assieme agli altri paesini ricostruite dopo il terremoto, caratterizza tutta la Val di Noto. Per la ricostruzione furono chiamati grandi architetti, quasi tutti formatisi a Roma; motivo d’ispirazione è quello del barocco romano, seppur rivisitato. Il risultato oltrepassò le attese e la ricostruzione diede vita ad un lavoro stupendo anche se diverso di città in città: dal barocco grigio scuro di Catania, in cui fu utilizzata la pietra lavica, alle luminose architetture di Noto dalla tinta color miele.
La città medievale, di cui sono visibili le tracce nelle mura del castello, corrisponde all’antica Neto. L’impianto della città nuova è invece quello barocco, basato su vie ampie e rettilinee intervallate da piazze con scalinate su cui si affacciano chiese e palazzi.
Tre le piazze principali, piazza dell’Immacolata con l’omonima chiesa; c’è poi la piazza del municipio circondata da ben quattro edifici: il palazzo comunale, la chiesa del Santissimo Salvatore (1791-1801), il palazzo vescovile e lo splendido duomo di San Nicolò (1771), che domina dall’alto di una scenografica scalinata. Nelle piazza XVI Maggio sorgono invece la chiesa di S. Domenico (1727), con facciata curvilinea, e il convento domenicano con un bellissimo portale bugnato. Nella chiesa del Crocifisso si conserva la statua della Madonna della Neve scolpita dallo scultore Francesco Laurana nel 1471.
Oltre a Noto e alle altre bellissime città barocche, per gli amanti delle antiche civiltà, da non perdere, magari nelle calde giornate primaverili, una gita nelle zone circostanti in cui sono conservati siti archeologici di grande valore: dalle città greche di Eloro e Camarina al teatro greco di Palazzolo Acreide; dalla Necropoli di Pantalica, anch’essa sito Unesco, al villaggio preistorico di Castelluccio, fino alla villa romana di Tellaro.
Noto è un luogo che si può visitare in ogni periodo dell’anno, in estate, quando si possono unire alle visite culturali le gite nel bellissimo mare della Sicilia, in autunno e in inverno, magari percorrendo la strada del Vino del Val di Noto che si snoda fra sei comuni della Sicilia Sud Orientale, come Palazzolo, Avola, Noto, Rosolini, Pachino e Ispica. Un gioiello della natura plasmata dall’uomo.