Nuovo cambio di colori, in diverse regioni italiane, sul fronte della lotta al Covid 19. Da oggi, domenica 6 dicembre, dopo la firma del ministro della Salute, Roberto Speranza, ci sono 8 regioni arancioni (rischio medio), 11 regioni gialle (rischio basso) e una sola regione rossa (rischio alto).
Il quadro della situazione, in questa seconda ondata, fotografa una situazione in deciso miglioramento ma – sottolineano tutti gli esperti – bisogna continuare a rispettare le regole sul distanziamento perché non si tratta di un “liberi tutti”. Viene sempre raccomandata prudenza e attenzione, anche per evitare eventuali ricadute e il fondato rischio di una terza ondata nelle prossime settimane.
Le regioni rosse, quindi, sono passate prima da 8 a 5, e da oggi a 1.
Oltre a Lombardia, Piemonte e Calabria, infatti, anche Campania, Toscana. Provincia autonoma di Bolzano, Valle d’Aosta hanno lasciato la zona in cui sono previste le massime restrizioni per cercare di frenare i nuovi contagi.
Dall’arancione al giallo, invece, sono passate 5 altre regioni. Per effetto della nuova ordinanza, quindi, le regioni rosse sono ferme a una soltanto, 8 le regioni arancioni (e una provincia autonoma) e 11 le regioni gialle (e una provincia autonoma).
ZONA GIALLA
Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Marche, Puglia, Umbria, Lazio, Liguria, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Sicilia.
ZONA ARANCIONE
Lombardia, Piemonte, Campania, Toscana, Provincia autonoma di Bolzano, Valle d’Aosta, Basilicata, Calabria.
ZONA ROSSA
Abruzzo.
La situazione, che potrebbe cambiare già nei prossimi giorni, verso un Paese quasi completamente ‘giallo’, è il frutto della valutazione di una serie di parametri che aiutano gli esperti a valutare i diversi fattori di rischio in ogni regione.
Cosa si può fare e cosa no
Le regole stabilite dal dpcm, ovviamente, variano da regione a regione, a secondo dell’indice di rischio, ma alcuni servizi sono garantiti in tutto il Paese, altri limitati da zona a zona.
Capitolo scuola: nelle zone rosse in presenza fino alla prima media, nelle altre fino alla terza media. Ma per quanto riguarda la scuola, sono spesso le Regioni, e in diversi casi anche i Comuni, a decidere con delle proprie ordinanze, e non mancano le polemiche e i ricorsi al Tar.
Nelle regioni rosse e anche in quelle arancioni sono vietati gli spostamenti tra regioni e tra comuni (salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute, necessità, ed è sempre necessaria l’autocertificazione).
Bar, pasticcerie e ristoranti sono chiusi ed è consentito solo l’asporto o la consegna a domicilio fino alle ore 22. Attività aperte fino alle ore 18, invece, in zona gialla. Vale per tutti il “coprifuoco”, e rimane la chiusura, sull’intero territorio nazionale, di cinema e teatri, la sospensione degli spettacoli dal vivo, lo stop ad una serie di attività sportive.
E, comunque, l’obbligo di indossare la mascherina, anche all’aperto, oltre al distanziamento sociale. Di fatto, le vere “armi” per contrastare in maniera efficace la diffusione del coronavirus.
Per quanto riguarda le festività natalizie, infine, il dpcm in vigore dal 4 dicembre scorso impone un’altra serie di restrizioni, in particolare nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno.