Il 42% è’ occupato da pazienti Covid il 42% dei posti in terapia intensiva, il 12% oltre la soglia critica del 30%. Un dato quasi stabile rispetto al giorno precedente ma che ormai riguarda ben 17 regioni su 21: una settimana fa erano ‘solo’ 10. Il 51% posti nei reparti di medicina sono occupati da pazienti Covid a livello nazionale, rispetto a una soglia del 40%: anche questo un dato stabile ma che ora riguarda 15 regioni, a fronte delle 12 di 7 giorni prima. A mostrare una criticità diffusa da nord a sud è il monitoraggio Agenas, aggiornato con i dati del 17 novembre.
Il 12 novembre l’allerta riguardava 12 regioni. Il dato parlava del 53% dei posti letto nei reparti di medicina, a livello nazionale, occupato dapazienti Covid19 (+1 rispetto ai dati del 10 novembre), e il valore del 40% definito come ‘soglia critica’ superato proprio da 12 regioni, mentre in dieci regioni era stata superata la soglia critica anche nelle terapie intensive dove è impostata al 30%.
La Sicilia non è fra le regioni in difficoltà ma si avvicina molto. Il dato parla di un riempimento esattamente al 30% ovvero sulla linea di confine ma con l’attivazione dei nuovi posti aggiuntivi che arriveranno entro fine mese al prossimo rilevamento conta di essere sotto soglia. Ciò non toglie che la situazione è ‘critica’.
Rimodulazione reparti non incide sulle prestazioni
«La rimodulazione di reparti specialistici operata in alcuni ospedali siciliani per fare fronte alle ulteriori necessità di contrasto alla pandemia, non produce né soppressioni né limitazione delle prestazioni. Va chiarito, infatti, che tali funzioni assistenziali richieste dai cittadini vengono comunque già erogate presso le strutture ospedaliere omologhe non direttamente coinvolte nell‘emergenza Covid-19 e preventivamente attivate dall’assessorato regionale della Salute proprio per garantire la continuità assistenziale e l’accesso alle cure».
Lo precisa il dipartimento della Pianificazione strategica dell’assessorato regionale alla Salute.
«Tale precisazione – prosegue il Dps – si è resa necessaria in seguito ad uno stato di preoccupazione tra i cittadini generato, con ogni probabilità, da una fraintesa interpretazione di notizie inesatte rispetto al diritto alle cure per tutte le patologie non Covid. E’
opportuno ricordare, infine, che la Sicilia al momento risulta essere tra le regioni che stanno mantenendo le attività sanitarie ordinarie e non urgenti diverse dal trattamento del Coronavirus».