Il pubblico ministero Alessandro La Rosa, della Dda di Catania, ha sollecitato al tribunale penale di Siracusa dodici condanne per altrettanti imputati nell’ambito del processo scaturito dall’operazione antidroga denominata “Tonnara”. Il rappresentante della pubblica accusa ha dettato le conclusioni nel corso della requisitoria, in cui ha distinto la posizione di tre imputati ai quali ha contestato l’aggravante dell’associazione mafiosa. Si tratta di Danilo Briante, per il quale ha chiesto la condanna a 29 anni di reclusione, Antonino Rizza per cui ha sollecitato 28 anni, e Ivan Rossitto, per il quale ritiene congrua una pena di 19 anni di reclusione.
Il pubblico ministero ha poi chiesto la condanna per tutti gli altri imputati: 11 anni di reclusione per Alessandro Abela, 18 anni per Raffaele Balocco, 16 anni ciascuno per Vincenzo Buccheri, per Dario Caldarella e per Giuseppina Riani, 15 anni per Massimo Salemi, 14 anni per Gaetano Maieli, 8 anni per Marco Maieli e 4 anni per Pasquale Graziano Urso.
L’operazione Tonnara è scattata all’alba del 27 febbraio 2018, portata a termine dai carabinieri del comando provinciale. Gli investigatori hanno setacciato in lungo e in largo l’area compresa tra la via Aldo Carratore e viale Santa Panagia, meglio conosciuta come zona della Tonnara.
Per gli inquirenti a promuovere le attività di spaccio erano Danilo Briante e Antonino Rizza, che impartivano ordini sulla predisposizione delle numerose dosi giornaliere di stupefacente, per lo più cocaina, che poi erano distribuite agli spacciatori, la cui rete consentiva di programmare turni di lavoro, per garantire le cessioni di stupefacente durante l’arco dell’intera giornata. Per evitare di finire nelle maglie delle forze dell’ordine, si avvalevano di vedette. Le indagini hanno consentito di appurare agli investigatori come la sostanza stupefacente venisse acquistata attraverso due canali di approvvigionamento, uno a Catania, l’altro a Messina, per poi essere tagliata e suddivisa in dosi all’interno di un appartamento di via Aldo Carratore, una casa popolare.
Nel processo è emerso il ruolo di Giuseppina Riani, 38 anni, ex moglie di Rizza. Nel febbraio 2016, nonostante fosse in stato di gravidanza, si occupava di confezionare gli involucri di cocaina da distribuire agli spacciatori.
La prossima udienza è stata fissata per il 14 settembre quando toccherà ai legali della difesa svolgere le proprie arringhe, a cominciare dall’avvocato Junio Celesti che ha diverse posizioni da difendere. Già il 21 settembre è prevista un’altra udienza dedicata alla difesa degli imputati. La sentenza è attesa, quindi, in autunno.