Cultura, natura e spazzatura: benvenuti a Siracusa

Ritratti d’autore da una città in rovina. Siracusa un tempo combattente e potente, patria della cultura, con tante bellezze e natura, oggi è prigioniera d’impietosi angoli di degrado che i siracusani vedono tutti i giorni con cumuli di spazzatura nell’indifferenza generale. E questo avviene anche quando la città è piena di turisti che continuano ad arrivare e non smettono di ammirarla; città unica al mondo, nonostante i suoi mille mali quotidiani e la cattiva amministrazione di una giunta comunale che non riesce a farla riemergere dal torpore, a tenerla pulita e ordinata.

Il fascino cede il passo al fallimento della politica; una città conosciuta in tutto il mondo ma avvolta dal cinismo di proporzioni diffuse. Di fatto, è una discarica a cielo aperto. Siracusa con la sua bellezza fa dimenticare gli odori nauseabondi che arrivano dai cassonetti puzzolenti, ma quando gli occhi si aprono, tutto diventa drammatico.

Dall’altro versante troviamo ancora disagi; si parla da anni della sistemazione delle strade e dei marciapiedi, e da mezzo secolo del rifacimento della rete idrica in parte in tubi di ferro e vetroresina, e in parte in eternit, compresa la rete fognaria colabrodo.

Grave la mancata sistemazione e bonifica delle zone balneari, delle periferie abbandonate al loro destino o la messa in sicurezza dei devastati marciapiedi, della segnaletica stradale inesistente, delle strade sbudellate, del traffico impazzito, della sosta selvaggia, dell’abusivismo commerciale, con frutta, verdura, pesci e pane in mezzo alla pubblica via con le polveri sottili che si depositano sui cibi, degli impianti sportivi in balia alla speculazione privata, la mancata costruzione del nuovo ospedale, una ridicola beffa in cui si nascondono tanti, troppi interessi clientelari; la stessa cosa per il nuovo camposanto. O l’abbandono del circuito automobilistico, dopo aver sperperato milioni di euro pubblici inutilmente; la mancata realizzazione della strada del mare che da oltre 30anni si dibatte e si promette. La sistemazione del porto turistico. Degli edifici scolastici abbandonati o la farsa degli asili nido. Si parla ogni tanto di un piano a largo raggio per l’Università, o della realizzazione di un’adeguata area di sosta per i pullman per viaggiatori e turisti che arrivano in città, alla sistemazione e riapertura di tutti i siti archeologici al pubblico, della pulizia straordinaria della città (turistica sic…) che rimane sommersa dalla spazzatura, con un fetore nauseabondo che si mischia a quello dell’inquinamento industriale del petrolchimico e delle auto vecchie con fumo nero e perdite appariscenti di macchie d’olio, che ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. Viviamo, di fatto, tra amministratori che attuano scientificamente la demagogia, il qualunquismo e la politica delle promesse che diventa, di fatto, antipolitica, germi della discordia. Siamo diventati abulici e non troviamo più la forza di ribellarci, dimenticando così in un attimo la lunga e grande storia della città di Archimede.

Concetto Alota

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