Daniela Schillaci e Max Jota cantano questa sera al Trecastagni International Music Festival

TRECASTAGNI – Sotto un cielo trapuntato di stelle il soprano Daniela Schillaci e il tenore Max Jota canteranno questa sera alle ore 21.00, accompagnati al pianoforte dal M° Gaetano Costa, dell’amore folle e struggente di eroi ed eroine ai quali il destino ha spesso riservato un finale crudele. Passioni che per vendetta o fame di rivalsa sono destinate a sfociare nel sangue ma anche storie romantiche che si concludono con un lieto fine. Il Trecastagni International Music Festival, diretto da Carmelo Pappalardo, dedica così un’intera serata al melodramma e all’operetta indagando i sentimenti e le pulsioni dell’animo umano nel suggestivo cortile della Chiesa Madre di San Nicola (via Arciprete Domenico Torrisi, n°1). Ad aprire il concerto sarà la “Siciliana” che Turiddu dedica a Lola all’inizio della “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, opera tratta dall’omonima novella di Giovanni Verga del quale quest’anno ricorre il centenario dalla morte. «Può sembrare azzardato che un brasiliano canti in siciliano – racconta il tenore – ma questo è per me un ruolo del cuore. Ho iniziato ad amare l’opera, infatti, dopo aver visto “Cavalleria rusticana” e mi sono talmente emozionato che alla fine ho deciso di lasciare il mio lavoro da direttore di banca per studiare canto. Per cui essere qui insieme a Daniela, che reputo una grande professionista oltre che un’amica e un punto di riferimento, mi rende felice». Dal Verismo in musica si passerà poi al melodramma Romantico di Verdi con il bolero “Mercé dilette amiche” che Elena intona nel V atto de “I Vespri Siciliani”; seguito dal canto appassionato fra Amelia e Gabriele, “Cielo di stelle orbato”, dal “Simon Boccanegra”. «Max ed io siamo entrambi reduci dal debuttato di quest’opera a Spalato – sottolinea Schillaci – quindi abbiamo pensato di proporla anche al pubblico di Trecastagni. Sarà poi la volta del duetto “Teco io sto” da “Un ballo in maschera” di Verdi, ruolo che ho cantato per la prima volta a marzo di quest’anno. E dal momento che nei progetti futuri ci sarà anche “Tosca” di Puccini, abbiamo pensato di inserire nella seconda parte “Mario, Mario…” oltre a“Bimba dagli occhi pieni di malia” da “Madama Butterfly”, sempre del compositore lucchese». Diplomata al Conservatorio “Gioachino Rossini” di Pesaro con il massimo dei voti, Daniela Schillaci ha subito iniziato una carriera brillante che l’ha portata a esibirsi nei più prestigiosi teatri italiani ed esteri, con un repertorio che nel tempo è diventato sempre più impegnativo. A dirigerla alcune delle più importanti bacchette del panorama internazionale come Roberto Abbado, Zubin Mehta, Gianandrea Noseda, Plácido Domingo. Riconosciuto come il migliore interprete maschile a livello mondiale dalla rivista Opera Britannia, Max Jota ha invece debuttato nel ruolo del titolo “Les Contes d’Hoffmann” di Offenbach al Teatro Verdi di Pisa, perfezionandosi poi tra il Brasile e l’Italia. Fra i suoi cavalli di battaglia ci sono il Duca di Mantova nel “Rigoletto”, Alfredo Germont ne “La traviata”, Riccardo in “Un Ballo in maschera”, Pinkerton in “Madama Butterfly”, Rodolfo ne “La bohéme” solo per citarne alcuni. Durante il concerto sarà chiamato a interpretare la complessa aria “E lucevan le stelle…” dalla “Tosca” di Puccini a cui seguirà “Un bel dì vedremo” da “Madama Butterfly” cantata dalla Schillaci. Chiuderanno l’emozionante serata due duetti: “Tace il labbro” dall’operetta “La vedova allegra” di Franz Lehár e “O soave fanciulla” da “La bohème” di Puccini. «La nostra coppia artistica è improntata sul feeling e sull’amicizia, – aggiunge il soprano – le nostre voci si uniscono in maniera armonica focalizzandosi molto sulla frase musicale, per questo abbiamo voluto proporre un programma incentrato sui duetti che sono sicura i melomani apprezzeranno molto». Al loro fianco Gaetano Costa, eccellente pianista e direttore d’orchestra, che conta in repertorio oltre cinquanta opere e trentacinque concerti sinfonico-corali. «Negli anni Daniela e Gaetano sono diventati i miei punti di riferimento, – conclude il tenore – anche perché nel nostro ambiente è difficilissimo trovare persone con cui essere complici, soprattutto sul palcoscenico. Ecco perché la storia dell’opera è piena di coppie artistiche che hanno lavorato a lungo insieme, penso a Maria Callas e Giuseppe Di Stefano, Luciano Pavarotti con Joan Sutherland prima e Mirella Freni poi e ancora Angela Gheorghiu e Roberto Alagna. Con Daniela ci guardiamo e sappiamo esattamente quello di cui l’altro ho bisogno e credo che questo arrivi al pubblico facendo alla fine davvero la differenza».

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