La raccolta differenziata è atto di civiltà: a Melilli arriva nel caos generale ma la Svolta auspica che i cittadini colmino le mancanze dell’amministrazione.
na corsa contro il tempo quella ingaggiata dall’amministrazione Carta a Melilli. Il 31 luglio è vicino e la raccolta differenziata non era di certo tra le priorità di sindaco e giunta, presi e compresi (ad un anno dalla loro elezione) dal dilemma su come assegnare incarichi, spendere soldi in feste patronali e luminarie, assicurare contratti a tempo indeterminato ai fedelissimi – sostengono i componenti del movimento La Svolta.
All’indomani delle elezioni 2017 i nostri elettori e i nostri sostenitori ci hanno chiesto perché non facessimo opposizione: abbiamo voluto dare tempo. Sappiamo quanto sia impegnativa l’azione amministrativa e abbiamo voluto attendere le prime mosse del sindaco Carta e della sua giunta. Poiché abbiamo a cuore la sorte di Melilli, abbiamo sperato di essere smentiti nelle nostre convinzioni che, più e più volte, abbiamo palesato in campagna elettorale: l’incompetenza e l’ignoranza vanno combattute con lo studio attento di leggi nazionali e regionali. Melilli non è avulso da questi contesti. Eppure l’immondizia per strada, oggi, ci dà la misura della leggerezza con cui viene mandato avanti il carrozzone comunale.
La questione “raccolta differenziata” risale a tempi lontani: già nel 2010 la legge regionale n. 9 imponeva l’obbligo di raggiungimento di livelli minimi di raccolta differenziata (20% al 2010, 40% al 2012 e 65% al 2015) e le amministrazioni che si sono avvicendate a Melilli hanno finto di non sapere leggere. Ora che la situazione si fa più stringente, si cerca di correre ai ripari. Ma “chi ha fretta – si sa – mostra che la cosa che sta per fare è troppo grande per lui”.
E, infatti, stiamo assistendo allo spettacolo dell’improvvisazione.
Ci fa sorridere amaramente che consiglieri eletti per l’ennesima volta, assessori al secondo mandato, un sindaco che vanta la trascorsa esperienza del consiglio comunale non abbiano idea di come gestire la questione e abbiano lasciato il paese senza cassonetti dall’oggi al domani.
Eppure l’esperienza dei molti comuni italiani virtuosi insegna come fare: sarebbe stata opportuna una campagna di sensibilizzazione chiara e precisa, estesa a tutta la popolazione con tempi e modalità individuate per fasce d’età (con il coinvolgimento di tutti i gradi scolastici nei mesi invernali, dei centri anziani, delle associazioni di volontariato, delle parrocchie). Per consentire a tutti di arrivare preparati. E, invece, nessuna informazione chiara. Una brochure in pdf gira su What’sApp. Il calendario del porta a porta recuperabile sul sito, come se tutti i Melillesi vivessero nella Silicon Valley e avessero accesso a pc e internet, anche gli ottantenni.
Ci mettiamo nei panni dei nostri concittadini che non hanno mai avuto dimestichezza con la raccolta differenziata, che si sono trovati, di punto in bianco, col sacco dell’indifferenziato in mano senza più nessuna allocazione in cui conferire perché non avvisati per tempo. E pensiamo agli anziani che non potranno recarsi autonomamente presso le isole ecologiche o, peggio ancora, al Centro comunale di raccolta per conferire il secco.
Ci mettiamo nei panni delle famiglie che dovranno sostenere il costo per l’acquisto dei mastelli e dei sacchetti: impegnata a spendere e a spandere per eventi e amenità, l’amministrazione ha dimenticato di ordinare la fornitura necessaria per Melilli centro, Città Giardino e Villasmundo, pretende che i cittadini provvedano privatamente, minaccia sanzioni per chi non aderisca.
E, oltre il danno, anche la beffa. Le note inviate il 6 luglio dal Dirigente Generale del Dipartimento regionale dell’Acqua e Rifiuti, Salvo Cocina, sugli adempimenti richiesti dall’Ordinanza emessa in giugno dal Presidente della Regione Sicilia sono chiare: poiché il conferimento in discarica del rifiuto indifferenziato è così alto da provocare la rapida saturazione delle discariche, è necessario che i comuni smaltiscano in raccolta differenziata almeno il 30% del rifiuto totale rispetto agli stessi mesi dell’anno 2017.
I dati di Melilli?
In sei mesi si è passati dal 4, 97% (giugno 2017) all’11,4% (dicembre 2017). Questo significa che nei primi sei mesi del 2018 avremmo dovuto assistere al un’impennata di venti punti percentuali. Oggettivamente impossibile senza una campagna di sensibilizzazione seria e fattiva.
Cosa succede se non si arriva alla soglia del 30% della raccolta differenziata?
I comuni negligenti, come Melilli, devono trasmettere alla Regione entro il 31 luglio il contratto sottoscritto e/o il provvedimento di affidamento del servizio di trasporto, recupero e/o smaltimento al di fuori del territorio della Regione Siciliana dei rifiuti eccedenti che non saranno ammessi in discarica regionale. Insomma: il nostro Comune dovrà pagare una società che trasporterà fuori dalla Sicilia il nostri rifiuti indifferenziati.
Questo significa che la TARI aumenterà vertiginosamente perché il trasporto dei rifiuti indifferenziati fuori dalla Regione è a carico del Comune, quindi dei suoi abitanti. In barba alle promesse elettorali e alla rassicurazione che l’amministrazione Carta non avrebbe messo mani alle tasche dei Melillesi.
Di fronte al primo atto di indirizzo dirimente per la città (essere una comunità moderna e al passo coi tempi o restare nel passo, fermi e immobili?) si va in emergenza: le strade piene di immondizia, l’olezzo che rende impossibile uscire di casa, i Melillesi disorientati, la possibilità del commissariamento dietro l’angolo.
Da cosa dipende questa confusione? Dall’incompetenza degli amministratori? Dall’ignoranza dei consiglieri? Dalla superficialità dell’opposizione che si sveglia solo ora? Ai Melillesi l’ardua sentenza.
Noi siamo molto amareggiati: sappiamo che non si fa la felicità di molti facendoli correre prima che abbiano imparato a camminare. E attendiamo risposte dal sindaco, dai suoi assessori, dai suoi consiglieri: a un anno dal loro insediamento un confronto con i cittadini per chiarire certe azzardate scelte è d’obbligo.