Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, mette in guardia dai rischi di una rincorsa tra costo del lavoro e inflazione.
“Se dovessero comparire segnali di una spirale salari-prezzi e le aspettative di inflazione diventassero insufficientemente ancorate, un ulteriore e significativo inasprimento della politica monetaria sarebbe certamente giustificato”, avverte intervenendo davanti agli studenti del Warwick Economics Summit di Londra, con una lezione dal titolo ‘Politica monetaria e il ritorno dell’inflazione’.
Visco ribadisce che una fase di “estrema incertezza” come l’attuale dovrebbe suggerire alla Bce di “muoversi gradualmente e prudentemente” con un aumento dei tassi “progressivo ma misurato”, guidato dai dati, attribuendo “un eguale peso” sia al rischio di strangolare l’economia con manovre troppo aggressive, sia a quello di non fare abbastanza per fermare l’inflazione.
“Sono convinto che la credibilità delle nostre azioni si preservi non mostrando i muscoli di fronte all’inflazione ma continuando a mostrare saggezza ed equilibrio”.
Il governatore non crede che “l’area dell’euro possa sperimentare la lunga persistenza dell’inflazione osservata in molti Paesi durante gli anni 70”, grazie non solo ai “sostanziali miglioramenti della politica monetaria ma anche e soprattutto per i numerosi cambiamenti strutturali che si sono realizzati nelle nostre economie da allora”. “E’ presto per dirlo” ma “se l’attuale riduzione dell’inflazione”, generata dal calo del prezzo del gas, fosse seguita da una “simile tendenza” di quella ‘core’ “lo shock dell’offerta si sarà dimostrato temporaneo”.
Quello che deve essere evitato è invece la spirale prezzi-salari che, negli anni ’70 e ’80, è stata alimentata dai “meccanismi di indicizzazione” del costo del lavoro, “che hanno aiutato a propagare l’inflazione nel tempo imponendo misure di politica monetaria molto restrittive”.