Il dado è tratto. Sembrava impossibile dopo tanti anni di battaglia e sacrifici da parte dei giornalisti della redazione, ma il Giornale di Sicilia con le pagine di Siracusa non è più in edicola. Alla richiesta della copia della cronaca di Siracusa la risposta dell’edicolante è disarmante: “Ha chiuso”. L’allarme era stato lanciato già da mesi da più parti seguito dall’appello verso l’obbligo da parte delle istituzioni e della proprietà della testata in difesa del posto di lavoro di tanti giornalisti, padri di famiglia. Limitata, di fatto, la libertà di stampa e la gravità che comporta il silenzio di un organo d’informazione su un territorio che ha visto tanti strani avvenimenti sulla strumentalizzazione sulle pagine di alcuni giornali locali per interessi e secondi fini, rispetto alla nobile libertà dell’informazione. Mesi di lotta ma alla fine è stata messa a tacere una voce di libertà che aveva il compito di informare, della divulgazione delle notizie, oltre della necessaria competizione con le altre testate giornalistiche che una alla volta, sparite, rimanendo sul campo un solo suono e una sola tonalità.
La libertà di parola e la libera espressione di critica e denuncia non sono privilegi, ma costituiscono una delle più grandi conquiste dei popoli liberi, come dimostrano i tanti anni di carcere comminati in tante parti del mondo a giornalisti liberi e indipendenti, oltre ai tanti martiri uccisi mentre difendevano la libertà di stampa. Anche se in una periferia come quella siracusana, la chiusura della redazione del Giornale di Sicilia non ha fatto bene alla democrazia che si misura soprattutto con la libertà dell’informazione e di opinione, alla base proprio della pluralità di notizie diffuse il più possibile sul territorio. La proprietà della testata ha portato avanti il proprio progetto economico-imprenditoriale senza mai fermarsi, mentre la classe politica locale e regionale ha la responsabilità di non aver tutelare il bene comune e la tutela sul territorio siracusano della libertà stampa. E tutto questo avviene in un momento di grave crisi dell’editoria. Sulla vicenda si registrano irresponsabilità e opacità; è mancata la regia ma anche la forza della lotta per un piano a più largo raggio e respiro democratico. Smantellare la stampa libera locale equivale alla consegna del silenzio della verità, a differenza di quanto sbandierato, la politica avrà tutto l’interesse verso un giornalismo niente affatto oggettivo, di parte, prezzolato, in cui sarà più facile addomesticare e attuare i compromessi a discapito della libertà di stampa e della vendita dei giornali liberi e indipendenti.
Concetto Alota