“Ego te absolvo” di Roberta Vacca

Il 26 novembre, in occasione del 59° Festival di Nuova Consonanza – che fino al 18 dicembre proporrà a Roma la “Musica in movimento” presso i teatri Palladium e Villa Torlonia, il Parco della Musica Ennio Morricone e la Pelanda – Mattatoio -, al Teatro di Villa Torlonia potrà essere visto, ascoltato ed applaudito Ego te absolvo, atto unico della compositrice Roberta Vacca su testo di Silvia della Ciana e Mise en éspace di Pierpaolo Mancinelli.

Il secondo appuntamento del festival al Teatro di Villa Torlonia vedrà sabato 26 novembre (ore 20.30), un’opera di teatro musicale contemporaneo.

Ne sono interpreti gli attori Andrea Carpiceci e Massimo Sconci, Flavia Massimo violoncellista, voce e live electronics e la danzatrice Gaia Tinarelli. Regia del suono a cura di Cristian Paolucci.

Nel suo lavoro del 2021, l’autrice immagina un incontro fra Celestino V e Dante Alighieri. Celestino, al secolo Pietro da Morrone, instaura con Dante un serrato dialogo che torna a ragionare sull’equivoco, forse volutamente, ingenerato dal famoso verso del III canto dell’Inferno: «colui che fece per viltade il gran rifiuto». Nel dialogo Dante, irrimediabilmente consapevole della propria grandezza, resiste a riconoscere di aver commesso peccato, sia pure di omissione, e cerca di trovare altra giustificazione che lo svela politicamente coinvolto mentre Pietro da Morrone, guida delle anime, trova la soluzione in nome del “perdono”. Il dialogo, che è in vero un acceso contraddittorio in cui quest’ultimo rivendica la propria forza di volontà e di scelta, nonché il valore della “perdonanza”, è punteggiato da alcuni interventi del coro dei Templari che ripetono il loro motto, al modo del coro della tragedia greca: elemento umano qui reso completamente elettronico, voce di una coscienza emergente dal popolo atta a ricordare che qualsiasi azione, per essere degna, dev’essere legata a un bene superiore, oltre gli individualismi.

Il lavoro è articolato in diversi quadri (che realizzano fisicamente anche la mise en éspace) disegnati, oltre che dal procedere dello stesso testo, dagli stati d’animo in evoluzione dei due personaggi (Celestino/Dante). Il ‘contraddittorio’ che si nasconde tra le intime pieghe dell’animo è espresso dalla coreografia e dalla musica: elementi armonizzanti gli (apparenti) opposti atteggiamenti (esteriore-Dante/interiore-Celestino) che manifestano un legame di fondo dettato dalla comune ricerca della verità come un ‘basso continuo’ che percorre i pensieri e le vite di entrambi. La peculiarità del violoncello nella sua versione elettronica, con un uso particolare di accessori per l’esecuzione, permette di sdoppiare il timbro per meglio caratterizzare la dualità di pensiero che, grazie alla drammaturgia costruita, va gradualmente verso un’inversione di ruoli (da giudicante a giudicato, per Dante e viceversa, per Celestino): un cross-fade di temi, di ritmi, di timbri che procede verso la ‘ri-composizione’ finale.

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