Non appena Calenda ha benedetto gli inceneritori, subito il suo fedele sindaco di Siracusa ha indicato in quegli impianti la soluzione dell’emergenza rifiuti in Sicilia. Dopo anni di silenzio sul tema, l’improvvisa presa di posizione del primo cittadino sorprende solo chi credeva di averle già viste tutte.
Quello che il sindaco non dice è come risolveremo nell’immediato il problema della spazzatura. È rimasta in strada, in attesa della prossima crisi. Ci vorranno anni prima di vedere eventualmente in funzione un inceneritore. Continueremo a mandare la nostra spazzatura fuori regione? Continueremo a pagare somme enormi alla voce conferimento in discarica? E quando tra 5 o 7 anni l’inceneritore sarà forse pronto, cosa manderemo a bruciare? La percentuale della differenziata è sopra la media regionale (comunque bassa) a Siracusa e dovrà continuare a crescere. Quindi sarà sempre meno l’indifferenziato prodotto e da avviare a combustione. Pertanto, a vantaggio di chi sarebbe questo inceneritore? Forse di chi lo costruisce e gestisce, che brucerà spazzatura “importata” da fuori ma, devono sapere i siracusani, non certo per loro. Come sempre, progetti anacronistici spacciati per soluzioni epocali in piena emergenza. Metodo da vecchia politica che non ci si attenderebbe da un sindaco relativamente giovane e di “centrosinistra”.
Piuttosto, le immagini di una Siracusa invasa dalla spazzatura – oltre alle enormi responsabilità della Regione – rivelano i gravi ritardi e gli errori del Comune di Siracusa.
Tardiva è, ad esempio, l’azione sanzionatoria che andava avviata nei primi anni del nuovo sistema, senza attendere la crisi per capire ciò che era chiaro: i cittadini sono stati prima mal preparati e poi mal informati e seguiti sulla differenziata. A loro, però, è stata data la colpa di un fenomeno sfuggito di mano perché mai contrastato con azioni efficaci.
Le multe sono tardive e non produrranno, purtroppo, migliorie. Si punti, invece, ad un sistema di premialità grazie al quale il cittadino si senta invogliato a differenziare bene per “guadagnare” sconti o agevolazioni. Non può essere sempre “punito”, mettendo in un unico caldarone chi rispetta regole e paga la Tari e chi, invece, evade o elude.
Per evitare una prossima crisi, non sia più tollerata la costante presenza di carrellati lungo strade e marciapiedi, occasione per chiunque di gettare impunemente spazzatura ad ogni ora ed in ogni dove. Salvo casi autorizzati, anche questo fenomeno deve tornare sotto controllo e non lasciato alla libera scelta di ognuno.
Il cittadino siracusano non può essere solo colpevolizzato e trattato come parte del problema. Ha bisogno invece di essere guidato e stimolato positivamente, con azioni sensate o non show da social network. La crisi dei rifiuti ha cause lontane e precise responsabilità regionali, ma trova terreno fertile nelle incomplete operazioni comunali condotte sin qui sul tema. E non a caso il capoluogo è il centro del siracusano in maggiore difficoltà, pur condividendo tutti i comuni lo stesso problema con la discarica.