Appello trasversale dei partiti a Draghi: ‘Agire subito sulle bollette’.
Anche Matteo Salvini torna a sollecitare un intervento sul nodo energia.
“Litighiamo su tutto, ma sulle bollette di luce e gas apriamo subito il Parlamento e mettiamo un tetto agli aumenti” e “basta copiare la Francia di Macron”, perché “questa è un’altra guerra e i lavoratori rischiano di morire con le aziende chiuse”, ha detto il segretario della Lega durante un incontro elettorale a Cammarata, nell’Agrigentino, ricordando che “questa è la proposta della Lega”, ma che “da giorni Letta tace su questo”
‘È improcrastinabile un intervento sia italiano che europeo per bloccare le bollette e fermare la speculazione in corso sull’energia prodotta da rinnovabili. Ne ho discusso stamani al distretto industriale della pelle di Arzignano in Veneto. Siamo pronti a sostenere l’intervento del governo”. Così il segretario del Pd, Enrico Letta su Twitter. Il Pd intanto, attraverso le presidenti di senatori e deputati Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, attacca “le aziende che stanno rifiutando di versare la tassa sugli extraprofitti’ perché ‘mettono a rischio la tenuta economica e sociale del Paese’. Per questo, dice, il governo deve intervenire “al più presto con tutti gli strumenti a disposizione per recuperare quanto dovuto dalle aziende”.
L’allarme dei presidenti delle Confindustrie del Nord: “Ammontano a 40 miliardi gli extra costi dell’emergenza energetica” e ‘l’impatto è devastante con il rischio di deindustrializzazione e minaccia alla sicurezza nazionale”. Dal 2019 al 2022 – spiegano i presidenti delle Confindustrie del Nord – il totale dei costi di elettricità e gas sostenuti dal settore industriale delle quattro regioni ammontava a circa 4,5 miliardi di euro, mentre nel 2022 gli extra-costi raggiungeranno – nell’ipotesi più ottimistica rispetto all’andamento del prezzo – una quota pari a circa 36 miliardi di euro che potrebbe essere addirittura superiore ai 41 miliardi nello scenario di prezzo peggiore. Sassi, Buzzella, Gay e Carraro sottolineano che “le imprese non possono attendere un giorno di più quelle misure necessarie a calmierare i prezzi di gas ed energia elettrica”.
Uno “sforzo straordinario” ai vari ministeri, per “cercare di ridurre al minimo sia l’arretrato sia soprattutto i provvedimenti del governo in carica, all’attuazione dei quali (a partire dalla legge di bilancio) si chiede di dare una specifica priorità nei prossimi due mesi”. E’ il messaggio arrivato ai capi di gabinetto nel corso della riunione a Palazzo Chigi con il sottosegretario Roberto Garofoli per fare il punto sull’attuazione del programma di governo. Tra gli obiettivi “una drastica riduzione dello stock della XVIII legislatura con un target complessivo di 121 provvedimenti a settembre e 122 provvedimenti ad ottobre”.