Esposto in Procura: Aldo Ganci chiede di fare piena luce sulla vicenda del Castello Maniace

Era già nell’aria. La questione castello Maniace finisce in Procura. Il commissario provinciale del Movimento nazionale per la sovranità, Aldo Ganci, ha depositato ieri mattina negli uffici della Procura un esposto con cui chiede che la magistratura faccia luce sulla vicenda relativa alla realizzazione della struttura d’intrattenimento in piazza d’Armi. Nell’esposto, indirizzato al procuratore capo Francesco Paolo Giordano, l’avv. Ganci fa riferimento allo “scempio in corso nella splendida Piazza d’armi e le stranezze paventate nella pubblicazione ed assegnazione del bando di gara per l’assegnazione della concessione dell’area”. Nell’esposto si richiama a un’intervista televisiva, rilasciata dall’imprenditore siracusano Danilo Malvezzi, titolare della concessione dal 2009 al 2015, nella quale sono “forti le perplessità sulla legittimità del bando di gara steso dall’ing. Cetty Santillo, dirigente all’epoca dell’Agenzia del demanio”. Facendo leva sulle dichiarazioni dell’imprenditore, Ganci pone dei dubbi sulla trasparenza e par condicio nell’espletamento della gara, con particolare riferimento alle modalità di pubblicazione del bando e degli altri atti di gara e ai termini della presentazione della domanda di partecipazione e delle offerte.

Secondo una ricostruzione della vicenda, il bando è stato pubblicato il 3 aprile 2017 e alla procura viene chiesto di verificare se sia stato pubblicato l’avviso di band, con scadenza termine per la presentazione delle domande il 2 maggio successivo. “Se così fosse – dice il commissario di Mns – si sarebbe violato il codice dei contratti pubblici aventi per oggetto lavori, servizi o forniture che dispone un periodo di pubblicazione tra i 15 e i 20 giorni lavorativi. Il bando, invece, avrebbe ricompreso anche le festività pasquali, il 25 aprile, il primo maggio, i sabati e le domeniche”. Il Mns interviene anche sul canone di concessione che sarebbe sceso da circa 15mila euro a 5mila euro annui, in virtù del fatto che un solo soggetto ha preso parte alla gara “comportando un nocumento per gli interessi pubblici”. L’area concessa è di circa 5mila metri quadrati mentre il bando ne prevedeva 2400 e in precedenza concessi 2500 a Malvezzi, perché un’altra parte dell’area di piazza d’Armi è stata concessa al consorzio per l’area marina protetta del Plemmirio. Rispetto ai lavori in corso, l’avv. Ganci mostra preoccupazione per “le opere edilizie di cui è, ad oggi, sottoposta l’area demaniale”. Sarà adesso la magistratura a disporre o meno l’apertura di un fascicolo con l’acquisizione della documentazione relativa alla procedura di gara adottata per l’appalto del servizio che ha destato non poche polemiche in questi giorni ma anche un ampio dibattito tra la cittadinanza oltre che un confronto con i progettisti e i rappresentanti istituzionali.

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