Sarà il gup del tribunale aretuseo, Salvatore Palmeri, ad affrontare il troncone del procedimento penale legato al fallimento della Sai 8 (società che è stata concessionaria del servizio idrico integrato) che prevede la riunione delle posizioni degli avvocati Piero Amara e Attilio Luigi Maria Toscano e la richiesta di rinvio a giudizio per entrambi i professionisti. Sono accusati di concorso in bancarotta fraudolenta, già contestata agli amministratori di fatto e di diritto della stessa azienda.
Dopo che la Corte di cassazione ha rigettato la richiesta di legittima suspicione avanzata dall’avvocato Amara, che teme che il processo possa essere condizionato dai clamori dall’inchiesta “Sistema Siracusa”, i giudici hanno restituito gli atti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale, Carla Frau, per fissare l’udienza in cui avrebbe deciso sulla richiesta di rinvio a giudizio per entrambi gli imputati. Ma il giudice aveva già dichiarato la propria incompatibilità per la posizione di Toscano aveva eseguito un provvedimento nell’ambito del procedimento penale relativo allo sversamento di fanghi dal depuratore, allora gestito da Sai 8, nel porto grande. Per la riunione dei due fascicoli, il Gup ha fissato l’udienza per il 24 ottobre ma è molto probabile che slitterà a causa dell’astensione degli avvocati dalle udienze, prevista proprio in quei giorni.
L’inchiesta della Procura, suffragata dalle indagini del nucleo di polizia economico e finanziaria della guardia di finanza, avrebbe accertato che l’avvocato Amara avrebbe riscosso dalla Sai 8, negli anni dal 2011 al 2013, compensi per un importo di un milione 371mila euro per 25 fatture; mentre l’avvocato Toscano, per le stesse annualità, a fronte dell’emissione di 32 fatture avrebbe riscosso compensi per un milione 185mila euro. Inoltre, attraverso altre due società distintamente riconducibili agli avvocati Amara e Toscano, venivano distratte ulteriori somme dal patrimonio Sai 8 per complessivi 729 mila euro, sempre a titolo di consulenza legale.