È Eugenio Farioli Vecchioli il vincitore del Premio “Antonino Di Vita”, assegnato a conclusione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea, a una personalità distintasi per particolari meriti nella valorizzazione e promozione del patrimonio artistico e culturale. Autore e regista televisivo, ha concentrato la sua attività nella produzione di documentari sul patrimonio archeologico e storico-artistico, divenendo responsabile editoriale dei programmi di RAI Cultura dedicati al patrimonio culturale e realizzati con il supporto del MIC. Il premio è stato consegnato da Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e antichità presso l’Università degli Studi di Macerata e vedova del noto archeologo, con le motivazioni “di aver dato voce a quel vasto patrimonio diffuso minore che fatica a emergere oltre i confini locali, ma anche alle “minoranze” della Grande Storia; per l’azione consapevolizzante del valore sociale delle professionalità legate al patrimonio culturale, ma anche per la trasversalità dei temi trattati, capaci di suggerire sempre una rilettura dell’Antico alla luce del nostro tempo; per la capacità di rendere l’Uomo, quello di ieri così come quello di oggi, protagonista del suo racconto”.
La manifestazione, con la direzione artistica di Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, ha il sostegno del Ministero della Cultura Direzione Cinema e Audiovisivo, della Regione Siciliana, Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo – Sicilia Film Commission, nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei, dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e del Comune di Licodia Eubea.
Tra gli altri riconoscimenti assegnati nella giornata conclusiva, il Premio ArcheoVisiva, assegnato al miglior film secondo la giuria di qualità, composta dai registi Jean Marc Cazenave e Stavros Papageorghiou, dal presidente del Cineclub di Roma Angelo Tantaro e da Fulvia Toscano, già membro della Sicilia Film Commission. Il vincitore del premio è il film “Pérou, sacrifices au Royaume de Chimor” del regista francese Jerôme Semla, tra gli ospiti presenti a questa edizione della manifestazione. Si tratta di un film particolare che osa affrontare un argomento difficile, come il rituale dei sacrifici umani, facendolo con abilità, seguendo indagini rigorosamente scientifiche e mostrando rispetto ed empatia verso le vittime. È stata apprezzata la sensibilità della sceneggiatura una fotografia accurata e una regia elegante.
Assegnato anche il Premio Archeoclub d’Italia, al film “Mamody, the last baobab digger”, di Cyrille Cornu, per il film più apprezzato dal pubblico che ha partecipato alle proiezioni in sala. A consegnare il premio, Mariada Pansera, Presidente dell’Archeoclub d’Italia di Augusta.
L’ultima giornata del Festival, come da tradizione, è stata inaugurata dalle visite guidate mattutine alla scoperta delle bellezze architettoniche, archeologiche e culturali del territorio licodiano. Visite che si sono concluse sulla sommità dove sorgeva il Castello Santa Pau, accanto al quale è stata realizzata la seconda performance del progetto artistico Armonizzazione Universale, con Margherita Peluso, Meline Saoirse.
Nel pomeriggio sono stati proiettati gli ultimi due film in concorso al Festival “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello e “The Burnt City” del regista iraniano Nasser Pooyesh. Inoltre, la manifestazione ha ospitato la regista Giovanna Taviani, all’interno della consueta Finestra sul documentario siciliano, con la proiezione di “Cùntami”, audiovisivo presentato per la prima volta all’interno di un Festival