FILLEA-CGIL . Ordinanza del prefetto: Lavoratori disorientati, occorre risposta forte e unita

Quel clima pesante che si respira nel paese si è drammaticamente concretizzato, a Siracusa, sotto forma di privazione di un diritto costituzionalmente garantito. Il Prefetto ha scelto di tutelare solamente una parte del tessuto economico e sociale. Quella più forte. Le successive dichiarazioni non ci consolano affatto, anzi ci descrivono esattamente la pesantezza dell’aria (e questa volta non si parla solo di inquinamento). E’ inquietante che le istituzioni chiamate a garantire imparzialità, equidistanza, buon senso e responsabilità sentano il dover di entrare continuamente nella rincorsa al tam tam di comunicati stampa e dichiarazioni che si stanno succedendo in questi giorni.”- questa la dichiarazione del Segretario generale della FILLEA-CGIL di Siracusa, Salvo Carnevale.

Ma vogliamo essere molto chiari: anche gli edili della CGIL sono nettamente contrari a quella ordinanza che viola gran parte della storia, fatta di dignità e lotte, di questo paese e di questa tradizione sindacale siracusana.

Troppo timida però è, al momento, la risposta a questa ordinanza che lascia confusione dentro l’area industriale, tra i lavoratori. E non va bene nemmeno l’iniziativa in ordine sparso. Non vogliamo insegnare niente a nessuno, ma questo meccanismo fa il gioco dei potenti. Rivendichiamo la scelta di farci sentire in tutte le sede opportune come la CGIL sta facendo (ci riferiamo innanzitutto alla decisione di ricorrere al Tar); rivendichiamo la scelta di essere presenti in tutte le situazioni che vedono una reazione piccola o grande di movimenti e cittadini; rivendichiamo la scelta di presidiare settimanalmente zone sensibili della città per spiegare le nostre ragioni.

Adesso, però, serve una risposta, a partire dai luoghi interessati dalla interdizione. Occorre che tutte le sigle sindacali e tutti i lavoratori decidano di proclamare. Insieme. uno sciopero generale che spieghi le ragioni che ci vedono oppositori di questa inaccettabile ordinanza e rispolveri il carattere e la storia del movimento sindacale di questo territorio. E’ un passaggio strategico. In questo quadro abbiamo una triste conferma: l’unico comune denominatore è la totale assenza della politica che non ha mai contrastato questa gestione perchè connivente, ne’ generato una politica industriale moderna e sostenibile che renda appetibile questa area creando una finestra sul futuro. Il nostro nemico è il sistema di gestione degli appalti nella zona industriale che genera altri disoccupati, concorrenza al ribasso tra le imprese dell’indotto e pesantissimo dumping contrattuale. Quella è la fonte di tutti i mali. Inutile continuare a prenderci in giro. O ci si mette una pezza o questa condizione di sofferenza non cesserà. Ma nessuno può pensare di azzannare il diritto a difendere il posto di lavoro. Per questo temiamo che l’ordinanza sarà artefice dell’innalzamento di una tensione già palpabile da molto tempo.

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