Ha rimediato la condanna a 8 anni di reclusione Giovanni Fava, il 21enne francofontese, ritenuto responsabile del tentato omicidio ai danni di un coetaneo. Fava è stato processato con il rito abbreviato al termine del quale il procuratore capo Sabrina Gambino, dopo un’articolata requisitoria, ha sollecitato la condanna dell’imputato a 8 anni e 4 mesi di reclusione. Il pm ha sostenuto che Fava, insieme con il fratello, avrebbero avuto la piena intenzione di portare a compimento il delitto senza riuscirci perché la pistola che impugnava Fava, dopo avere sparato diversi colpi, si sarebbe ad un certo punto inceppata.
Il gup Carmen Scapellato ha accolto appieno la tesi della pubblica accusa mentre il legale difensore, avvocato Junio Celesti, aveva insistito sull’opportunità di derubricare il reato di tentato omicidio in lesioni personali. Giovanni Fava da quando è stato acciuffato ha ammesso la propria responsabilità raccontando di avere avuto un diverbio con la vittima dell’agguato per una questione relativa a un fatto avvenuto un anno prima quando a rimanere ferito fu il padre dell’imputato.
Da quanto ricostruito dai carabinieri della stazione di Francofonte, il 3 luglio dello scorso anno l’imputato, armato di pistola e in compagnia del fratello, si è recato alla villa comunale di Francofonte dove sapeva trovarsi la vittima. Non appena lo ha incrociato, gli ha sparato contro diversi colpi attingendo il malcapitato alle gambe. Fava ha detto di avere reagito a una serie di minacce subite dal ventunenne con il quale poco prima aveva ingaggiato una colluttazione.