“Faremo ricorso all’autorità giudiziaria ponendo un problema di costituzionalità”. In questi termini si esprime il professore Carlo Taromina rispetto alla decisione della Regione siciliana di applicare una nuova sospensione al deputato regionale Pippo Gennuso.
Per il legale difensore il provvedimento, comunicato ieri in aula dal presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, è “impugnabile perché nel procedimento penale Gennuso non ha subito l’interdizione dai pubblici uffici. La sospensione dalla carica è un elemento dell’interdizione ma è strano che sul piano amministrativo s’infligga una sanzione che in ambito penale sia stata esclusa. Peraltro, il traffico d’influenze è l’antitesi della corruzione, per cui, a che titolo applicare la legge Severino? Può essere legittima l’interpretazione della Regione ma non è detto che non sia un fatto incostituzionale”.
L’udienza per discutere del ricorso straordinario presentato alla corte di cassazione è stato già fissato per il 5 giugno: “Il presidente Miccichè è stato frettoloso – conclude il prof. Taormina – avrebbe potuto attendere ancora qualche settimana per avere il quadro definitivo della situazione”. Nel frattempo, Gennuso dovrà cedere lo scranno alla melillese Daniela Ternullo che già lo scorso anno, per poco più di un mese, ha ricoperto la carica di deputata all’Ars, proprio in sostituzione del parlamentare rosolinese.