Oggi ricorre l’anniversario della morte di uno dei più grandi scrittori del panorama letterario dell’ottocento: Giacomo Leopardi.
Nato a Recanati il 29 giugno del 1798, morì a Napoli all’età di trentotto anni, giovanissimo.
Per richiamarlo alla memoria, basta aprire una delle pagine dei testi scolastici o di qualche libro contenuto nella sezione “classici della letteratura italiana” di una biblioteca.
Tra le sue più grandi opere ricordiamo “l’Infinito”, “Il sabato del villaggio”, A Silvia”, “La quiete dopo la tempesta”.
L’anno scorso, in occasione dei 200 anni dalla sua stesura, è stato reso omaggio al componimento poetico “l’Infinito”; la Rai ha presentato un cortometraggio in cui si sono alternate grandi voci nella recitazione dell’ode, al fine di ricordarne i famosi endecasillabi sciolti.
L’opera, annoverata tra gli “Idilli”, costituisce una pietra miliare all’interno del nostro sistema letterario.
Fu scritta in età giovanile e per Leopardi fu l’occasione per esprimere i propri stati d’animo; la sensazione di indefinito in cui il lettore può scorgere la sua idea del visivo attraverso la descrizione del colle di Recanati e del paesaggio circostante.
A Napoli per celebrare l’anniversario della morte del poeta marchigiano verrà proiettato il manoscritto “I nuovi credenti”; si tratta di un canto “toponomastico”, formulato proprio durante il soggiorno dello scrittore nella casa di vico Pero.
L’iniziativa è stata tra l’altro appoggiata dalla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III che ne ospita i manoscritti, i documenti, gli autografi e i testi di Giacomo Leopardi.
Marika Cappuccio