“Ogni anno la celebrazione della Santa Pasqua ci induce a compiere un balzo in avanti nel cammino della santità di vita e siamo chiamati a crescere con fedeltà nell’adempimento del volere del Signore, nel senso vivo della comunione ecclesiale. È una testimonianza di carità e di giustizia nella famiglia, nella società, nelle relazioni con gli altri” ha detto ancora mons. Lomanto. “E allora viviamo questo tempo, questo momento, con intensità di comunione con il Signore, ma anche di impegno, di servizio, di carità sociale, all’attenzione agli altri. San Giovanni Paolo II affermava: “L’amore non è una cosa che si può insegnare, ma è la cosa più importante da imparare”. C’è un impegno di vita. E allora siamo testimoni di quell’amore che il Signore ci ha portato, dell’amore di Cristo crocifisso, dell’amore che ci salva, che regna, che resta, che è credibile: dell’amore disinteressato. Gesù stesso dice “Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete?” E allora rivediamo le nostre relazioni, impegniamoci a crescere sempre più davanti a Dio e a superare insieme le difficoltà del momento che si presentano del nostro tempo. Le crisi, le difficoltà del mondo del lavoro, le sfide con tutte le complessità della storia. Ma prima di tutto impariamo a crescere in comunione, in unità con noi. Il grande teologo Romano Guardini dice “Il nostro compito deve essere quello di divenire pienamente umani”. Se siamo pienamente umani possiamo anche costruire questo impegno di vita cristiana. Concretamente siamo chiamati a sostituire l’odio con l’amore, la diffidenza con la comprensione, l’indifferenza con la solidarietà”.
Mons. Lomanto ha invitato ad agire nel quotidiano: “Tutto questo possiamo farlo per noi e per gli altri, nei diversi ambiti dove ci troviamo ad agire, ad operare. Quest’anno ricorre il centenario della nascita di don Lorenzo Milani. Il cardinale Zuppi ha ricordato che la sua memoria ci aiuta ad avere rinnovata passione per i giovani. Oggi abbiamo tanti mezzi, strumenti, la tecnologia ci aiuta, il progresso va sempre avanti. Però è importante costruire tutto il fondamento della dignità dell’uomo sulla Parola, sul Vangelo, sull’incontro con il Signore. Spesso i giovani sono travolti da quel mondo e si perdono in quella realtà virtuale, dimenticando la realtà meravigliosa che li circonda. Ai genitori spetta il compito di stare accanto a loro e di seguirli, ma anche a noi spetta il compito di trasmettere, di inculcare sani principi e veri valori per contribuire alla loro crescita. Impegniamoci a costruire sane relazioni tra noi per essere non solo uniti, dunque essere più forti per affrontare le sfide della storia. Apriamoci al dono di Dio per lasciarci condurre da Lui”.
L’arcivescovo ha indetto l’anno mariano nel 70esimo anniversario della lacrimazione della Madonna: “E’ un dono speciale della nostra Chiesa, perché l’evento della lacrimazione ci ricorda innanzitutto l’inesauribile compassione di Dio, che si è manifestata attraverso le lacrime di Maria. La dimensione mariana è un elemento costitutivo della vita della Chiesa. E questo elemento costitutivo della vita della Chiesa per noi si esprime proprio in questo segno: il pianto. Pianto che sta a indicare la vicinanza di Dio e della Madonna alla nostra situazione di dolore. Ma è un pianto che esprime certamente ripresa. Piange colui che vuole riscattarsi: esprime rinascita, esprime vita. E allora consacriamo al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria la nostra vita e chiediamo a Lei di raccogliere nelle sue lacrime il grido di sofferenza e di dolore di tutti i suoi figli. Consegniamo alla Madonna le tribolazioni, i sacrifici, le sofferenze, le difficoltà e anche il desiderio di bene del nostro cuore, delle nostre famiglie, delle nostre comunità, affinché tutti e ciascuno possiamo risorgere in Cristo e compiere quel balzo in avanti nella dignità umana, nel rispetto dell’altro, nella ricerca del bene comune, nella santità della vita. Desidero augurare a tutti voi di farvi portatori di questo messaggio di pace, di gioia e di speranza. La Pasqua del Signore porti sempre più, un rinnovamento per la nostra vita, con l’impegno di crescere insieme nella pace di Cristo risorto”.
Il segretario provinciale dell’Assostampa Prospero Dente ha ringraziato l’arcivescovo per le sue parole: “Noi stiamo vivendo un passaggio importante da un punto di vista professionale ed editoriale da diversi anni a questa parte. Il mio punto di osservazione è quello di un sindacato che guarda alle vicende di tanti colleghi che purtroppo hanno perso il posto di lavoro sono in realtà di crisi. Essere qui ogni anno è per noi un momento di rinnovo di una speranza che non viene mai a mancare”.
Il tesoriere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e segretario nazionale UCSI, Salvo Di Salvo, ha ricordato le difficoltà della categoria: “La nostra categoria sta vivendo una situazione di crisi e di grande emergenza. Noi continuiamo a raccontare un territorio. A volte alcuni colleghi non sono pagati e tutto questo mette preoccupazione alle famiglie. Tra i 1055 professionisti in Sicilia, 300 sono disoccupati. E quella strada che lei ci ha indicato può essere una nuova speranza per le nostre condizioni. Ci affidiamo a lei che ci sostenga con la sua preghiera ma anche con la sua parola affinché noi possiamo continuare a raccontare le storie di uomini e donne del territorio”.
Il direttore di Cammino, Orazio Mezzio, ha ringraziato l’arcivescovo per essere contro corrente: “Ci sentiamo disarmati rispetto alle sfide del momento. C’è in questo suo messaggio in controtendenza la chiave di lettura per superare il blocco mentale che noi stessi abbiamo nell’affrontare il futuro che è ricco e carico di preoccupazione”. Presente il presidente provinciale dell’UCSI Siracusa, Alberto Lo Passo. Come tradizione i giornalisti hanno donato un quantitativo di circa cento chili di pane per i poveri: la donazione quest’anno è stata assegnata alla parrocchia San Bartolomeo apostolo-chiesa Madre di Floridia.