- Sono d’accordo con l’Elemata quando dice che la proprietà privata è un diritto, ma forse chi parla ignora che esiste un diritto pubblico e che il Paesaggio rientra costituzionalmente tra i beni da tutelare, divulgare e garantire alle generazioni future.
Fa un certo effetto nel 2024 sentire dire che la proprietà pubblico demaniale di una spiaggia fosse un “errore del sistema”, così come assurdo è che lo Stato ne ponga oggi rimedio cancellando 5 particelle pubbliche in favore di un privato.Ma come si può anche solo pensare di negare una porzione di terra intrisa di cultura, storia e natura, che trasuda di epiche battaglie, di leggende, miti e racconti, di mille ricordi d’infanzia, sbattendo la porta in faccia ad una intera comunità tornando a parlare di investimenti ultramilionari in un’area in cui vige il divieto assoluto di edificazione?Che dialogo và ricercando oggi la società privata che ieri sbeffeggiava chi era disposto ad offrire di tasca propria un milione di euro per la causa Pillirina?
E perchè continua a chiedere risarcimenti da 15 a 20 milioni di euro per una terra acquistata nel 2009 per 3,5 milioni?È evidente che se ci fosse una reale volontà politica si potrebbe giungere ad un accordo per l’esproprio delle aree private come si è sempre fatto in ogni riserva naturale (vedi Cavagrande del Cassibile). E basterebbe rinunciare agli aumenti degli stipendi approvati lo scorso anno da Giunta e Consiglio Comunale di Siracusa (1.3 milioni di euro/anno) per coprire in pochi anni la cifra necessaria all’acquisto e passare alla storia come l’Amministrazione che restituì la Pillirina ai Siracusani.
Ma la realtà è ben diversa dagli spot pubblicitari che si continuano a realizzare sulla spiaggia della Pillirina nonostante divieti, pericoli, ordinanze e interdizioni, evidentemente valide solo per i romantici e i poveracci
