Con il divertente piacere di numerare sulla sua pagina Facebook le recite d’opera alla quali assiste e recensisce (ha superato le 2000), Alberto Mattioli è un giornalista che da anni scrive di lirica in maniera appassionata, con uno stile fruibile, che ha da poco dato alle stampe il volume “Gran Teatro d’Italia”, presentato lo scorso 13 giugno nel Ridotto dei Palchi “A.Toscanini” del Teatro alla Scala.
E’ un viaggio sentimentale nei teatri storici italiani “I teatri in generale, e quelli d’opera in particolare, esistono in tutto il mondo. Eppure soltanto in Italia sono qualcosa di più di un semplice luogo di spettacolo” scrive Mattioli. “Se in passato tra palchi e gallerie si indugiava per farsi notare, e nei ridotti si discuteva di politica e si giocava d’azzardo, ancora oggi i teatri si confermano il fulcro della vita civile e culturale – oltre che musicale – di ogni città. Come la piazza o la cattedrale”.
“Proprio per questo” scrive inoltre Alberto Mattioli “offrono la prospettiva migliore per osservare e cercare di comprendere l’Italia. In un ideale grand tour attraversiamo lo Stivale in tutta la sua lunghezza: dal Regio di Torino al Massimo di Palermo, dai velluti rossi della Scala di Milano alle pietre dell’Arena di Verona, dai palchi dei minuscoli teatri storici marchigiani alle ampie sale del San Carlo di Napoli, per scoprire come le storie si mescolano alle leggende per fondare miti, ma anche come cambiano i gusti e le abitudini del pubblico, che ruolo i loggioni hanno avuto in celebri debutti e in fiaschi clamorosi, quali grandi viaggiatori stranieri hanno amato i palcoscenici nostrani”.
Molti gli aneddoti, anche divertenti, riportati nel volume “Gran Teatro d’Italia”(pag. 192, Casa editrice Garzanti), non solo su Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, ecc. Si legge a pag. 44: (…) A proposito di drammi buffi: mancava, purtroppo, l’episodio più divertente mai avvenuto alla Scala. Siamo nel 1959 e arriva De Gaulle in solenne visita di Stato per il centenario di Solferino. Lui e il presidente italiano Giovanni Gronchi entrano nel palco reale in frac e decorazioni, mentre sul palcoscenico Gianandrea Gavazzeni attacca Marsigliese e Mameli. Ma al momento di sedersi, patatrac”, Gronchi manca clamorosamente la poltrona, precipitando al suolo come nei cartoni animati: in una nuvoletta di polvere e medaglie. (…).
Masha Sirago